Per sfuggire alla vendetta di Acasto, re di Tessaglia, Giasone e Medea trovano rifugio a Corinto, presso re Creonte. Medea è preoccupata che Giasone si allontani da lei, e sospetta un tradimento. Presto non vi sarà più alcun dubbio: Giasone è innamorato della figlia di Creonte, Creusa, e intende sposarla. Medea si abbandona alla furia della gelosia invocando l'aiuto degli Inferi, per poi vendicarsi nel modo più cruento possibile.
A tre secoli di distanza dalla prima di Medée tenuta all'Académie Royale de Musique, oggi Opéra national de Paris, su Arte Concert è disponibile l’unico lavoro teatrale scritto da Marc-Antoine Charpentier. Il personaggio femminile più insondabile della mitologia, fa così il suo ritorno in scena all'Opéra Garnier con il mezzosoprano Lea Desandre nel ruolo principale, per la direzione musicale di William Christie. Una lettura che riflette l'audacia del direttore d'orchestra e fondatore dell’ensemble Les Arts Florissants, il quale ha riunito le migliori voci del palcoscenico barocco, nell’allestimento curato da David McVicar che ne traspone l’intreccio durante Seconda Guerra Mondiale.
Rappresentata per la prima volta il 4 dicembre 1693, mentre Charpentier si trovava all'apice della sua carriera, la prima di Médée ebbe luogo in un momento difficile per l'Académie Royale de Musique. Dopo la morte di Jean-Baptiste Lully nel 1687, il nuovo direttore, Francine, si spese molto per rinnovare il genere della tragédie en musique. Mentre altre opere incontrarono un discreto successo, Médée fu un fallimento assoluto, al punto da sparire definitivamente dal repertorio dell’istituzione per più di trecento anni.
Grazie al revival barocco registrato alla fine del secolo scorso, Médée poté finalmente godere del successo che senza dubbio meritava. Jean-Claude Malgoire portò così alla luce l'opera nel 1976 e ne diede uno spettacolo televisivo, mentre a teatro venne ripresa all'Opéra de Lyon nel 1984, sotto la direzione di Michel Corboz.
La nuova produzione dell’opera disponibile su Arte Concert, si propone di rivisitare uno dei capolavori più intensi del repertorio francese, che ha avuto il merito di aver aperto la strada alla modernità del genere operistico. Una trasposizione audace, quanto fedele, del regista David McVicar, utile a sottolineare il potere senza tempo dell'opera di Charpentier.
Ciò che oggi troviamo attraente nel libretto è senza dubbio quanto sconcertava il pubblico dell'epoca: un dramma oscuro incentrato interamente su un personaggio dominante, un'eroina amorevole, tradita e abbandonata, che si trasforma in un'assassina. Un’opera che dal punto di vista musicale si stacca dal modello lulliano, giustapponendo effetti armonici, orchestrali e melodici senza precedenti in Francia, cpsì contaminata con l’opera italiana da non trovare il favore del pubblico del 1693. A ogni atto, Medée si trasforma gradualmente in un mostro, dovuto prima al rifiuto del suo amore, poi al rifiuto della società. Disprezzata da Giasone nonostante abbia lasciato tutto per lui, bandita dal regno da Créon, umiliata come moglie e come donna, l'umanità di Médée appassisce davanti agli occhi del pubblico, fino a che, nel disperato atto dell’uccisione dei suoi figli, recide il suo ultimo legame con qualsiasi forma di umanità.