La Stagione 2024 dell’Orchestra Senzaspine

Compiuti i dieci anni di attività, i direttori Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi annunciano l’undicesima Stagione dell’Orchestra Senzaspine 

In collaborazione con Orchestra Senzaspine
Orchestra Senzaspine (foto Massimiliano Donati)
Orchestra Senzaspine (foto Massimiliano Donati)
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classica

Dopo aver superato il traguardo dei dieci anni di attività, la Stagione 2024 dell’Orchestra Senzaspine abbraccia un'ampia gamma di stili e influenze, con l’obiettivo di avvicinare la musica a un pubblico sempre più ampio, mescolando musica sinfonica con il cinema, la danza e il teatro.

Sette nuovi titoli in cartellone, tra cui due nuove produzioni operistiche e una serie di spettacoli che sono ormai diventati dei grandi classici, come Filmusic e Bollicine, oltre alla presenza di Timothy Brock, musicista di fama internazionale che porterà la sua musica al Teatro Due di Bologna.

Con l’Orchestra Senzaspine continua inoltre il percorso La musica non ha un senso, iniziato nel 2021 in collaborazione con l’Istituto Cavazza, la Fondazione Gualandi, l’ENS (Ente Nazionale Sordi) e il FIADDA. Esperienza che si concretizza attraverso un servizio di ascolto in Bluetooth di tutti gli spettacoli per agevolare la fruizione del suono alle persone che dispongono dell’impianto cocleare, sovratitoli accessibili, libretti in Braille, laboratori sensoriali, LIS come strumento espressivo e tanto altro.

Per approfondire ulteriormente gli appuntamenti della nuova Stagione dell’Orchestra Senzaspine, abbiamo intervistato i suoi fondatori e direttori, Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi.

L'Orchestra Senzaspine annuncia la nuova Stagione dopo i primi dieci anni di attività: come si sono svolti i festeggiamenti?

Tommaso: «Un anno intenso con ben dieci titoli in Stagione di cui quattro opere, tre sinfonici e tre spettacoli per famiglie e bambini. In più, decine di concerti collaterali, svolti tra il Mercato Sonato, diversi teatri e importanti piazze d’Italia, inoltre occasioni speciali come il Festival Sun Donato e il W Pagliaccio Festival, entrambi organizzati da noi. Il momento però più indelebile resterà la rappresentazione in Piazza Maggiore, lo scorso 13 giugno davanti a 10.000 persone, di E Buio Fu, una nuova creazione operistica, contemporanea, scritta insieme alla città e per la città, un’emozione unica. In ultimo, il regalo più inaspettato: la vittoria del Premio Abbiati, una sorpresa tanto inattesa quanto incredibile».

Quali sono i punti forti della nuova Stagione?

Matteo: «Sicuramente l’ampliamento del concetto di accessibilità per ciascun spettacolo. Abbiamo creato un simbolo, una sorta di bollino dell’accessibilità, che abbiamo abbinato ad ogni spettacolo e che conferma lo spirito di Senzaspine: La musica non ha un senso…perché ne ha infiniti! Abbiamo dunque deciso di impegnarci affinché tutti i contenuti che portiamo in Stagione siano affiancati da accortezze, attività ed azioni che li rendano davvero accessibili a tutti. Abbiamo un sistema bluetooth in ogni nostro spettacolo che si collega agli impianti cocleari, alcuni spettacoli saranno affiancati da laboratori in partenariato con importanti istituzioni, come la Fondazione Gualandi a favore dei sordi, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, l’Ente Nazionale Sordi, il Fiadda, la Fondazione Antoniano Onlus e molti altri.

Altre due sono le grandi novità: la collaborazione con il grandissimo maestro Timothy Brock ed un nuovo format, Sinfonica 3D, che ci consentirà di apprezzare alcuni brani di repertorio sotto tanti punti di vista».

Quest'anno metterete in scena due opere liriche, La Cenerentola di Rossini e La Traviata di Verdi. Con quali obiettivi?

Matteo: «Gli obiettivi sono tanti, a partire dall’accessibilità, a rendere comprensibile e coinvolgente un contenuto tanto meraviglioso quanto articolato che è quello del teatro in musica. Il secondo obiettivo è quello di portare sul palco del Teatro Duse il grande repertorio, farlo conoscere al nostro pubblico, renderlo appassionante e stimolare la curiosità di ognuno. Il terzo obiettivo è certamente quello di far crescere l’Orchestra Senzaspine, affrontando pagine di musica che hanno segnato la storia del repertorio, ma anche di dare opportunità a giovani cantanti che stanno cominciando una carriera e hanno bisogno di spazio per mettersi in gioco».

Per quanto riguarda il mondo dell'audiovisivo, quali sono le proposte e le collaborazioni avviate?

Tommaso: «Ormai da diversi anni il nostro team si è strutturato attorno a figure di grandi professionisti quali l’illustratore Andrea Niccolai, autore di tutta la nostra immagine coordinata e delle proposte di Graphic Opera. Daniele Poli, musicista e video-maker che con grande ricerca e maestria anima e crea i nostri video, spesso con un articolato sistema di interazione con l’audio oppure attraverso il montaggio live, o addirittura in presa diretta, sequenza che possiamo definire una vera e propria regia live».

Luci e proiezioni possono trovare spazio anche nel mondo della musica sinfonica? Come?

Tommaso: «Assolutamente sì. Con Senzaspine abbiamo spesso cercato modi e modalità per portare l’ascoltatore verso un’esperienza il più possibile sinestetica, in particolare verso quell’esperienza che riesce ad aumentare la percezione complessiva dell’opera senza togliere spazio e importanza al suono.

Niente di nuovo, se pensiamo alla ricerca russo-francese del primo novecento o, spostandoci totalmente, alla musica per rituali e cerimonie, sacre o profane che siano, sempre immersa in colori, odori, sapori e gestualità. Comunque credo tutti gli artisti siano stimolati dall’intrecciare linguaggi espressivi, l’importante, secondo noi, è farlo sempre con consapevolezza poetica e drammaturgica».

Anche quest'anno la programmazione dell'Orchestra Senzaspine si terrà al Teatro Duse di Bologna: cosa significa per l'Orchestra poter contare su una sede fissa?

Matteo: «Abbiamo trovato fin dal 2013 le porte del Teatro Duse sempre aperte, disponibili ad ogni nostra voglia di creare e di sperimentare. In questi anni abbiamo suonato in molti teatri della città, ma penso che il legame così forte con il Duse sia diventato per il pubblico bolognese un sodalizio identitario che funziona. Vogliamo fare ancora tanti progetti in questo splendido Teatro, immaginiamo un futuro che possa ancora di più caratterizzare questo binomio, che possa andare a proporre al pubblico atmosfere uniche e spettacoli indimenticabili».

Nell'ambito sociale, quali sono i progetti attivi?

Tommaso: «Tutte le nostre attività hanno finalità sociali, dalla didattica, alle produzioni di comunità, fino ai concerti di musica leggera presso il Mercato Sonato, un modo per intrecciare, formare, appassionare e sensibilizzare all’ascolto pubblici di oggi e di domani, sperimentare linguaggi, cercare nuove strade di espressione che possano davvero migliorare la società in cui viviamo. È anche per questo che è nata Senzaspine, dare una nuova centralità e funzione sociale alla musica ai musicisti classici. I progetti sono davvero tanti, e il modo migliore per scoprirli è quello di venire a Bologna, al Mercato Sonato o al Teatro Duse».

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