Organi antichi per la Scarlatti
Concerto di Angelo Castaldo alla Chiesa di Santa Caterina a Formiello, Napoli
Venerdì 16 giugno è cominciata la ventiquattresima edizione della rassegna organistica dell’Associazione Alessandro Scarlatti, presso la Chiesa di Santa Caterina a Formiello, Napoli, con un concerto dal titolo In forma ed estro…: dall’antico al barocco, dell’organista Angelo Castaldo. Il musicista napoletano ha presentato uno splendido impaginato di sei versi per organo dai Versi spirituali sopra tutte le note - (Napoli, 1580) di Antonio Valente (±1520-1581), passando per Rocco Rodio (± 1530–1535 — ± 1615–1620), Ricercata seconda, per Ascanio Mayone (±1570-1627), dal Secondo Libro di diversi Capricci per sonare – Napoli 1609, un Ricercare per organo, fino a Giovanni Maria Trabaci (±1575-±1647), in equilibrio tra umorismo cinquecentesco e virtuosismo barocco. Castaldo svolge le raffinate concatenazioni armoniche, che caratterizzano questa musica per organo, in modo eccellente, mai una sbavatura, mai un'intenzione espressiva o di volumi non riuscita su di uno strumento così antico.
Per Castaldo, uno organo originale affilato e scattante, solo a tratti un piglio rigido, ma che esalta l'elemento ritmico. Il tocco è brillante già nei temi di Gregorio Strozzi (±1615-±1690), dai Capricci da Sonare Cembali et Organi – Napoli 1687, il secondo del settimo tono naturale, e diviene sempre più lucente nella dimensione melodica della Toccata quarta. Il percorso di Castaldo diventa un'invenzione originale, che porterà a Giovanni Salvatore (±1610-±1675), dai Ricercari a quattro voci, Canzoni Francesi, Toccate – Napoli 1641, con Canzona Francese Seconda musica sempre più ricamata e fiorita a dimostrare che sfuggire le convenzioni e andare al di là della partitura dirige sempre il concerto in luoghi inesplorati. E questo è ciò che il pubblico chiede.
Verso il finale si giunge ad una sonata di Francesco Durante (1684 – 1755), che conferma l’emozione sonora dell’organo della prima parte, strumento capace di forgiare ogni tema sull'esaltazione musicale anche di due note, cesellato su effetti mirati, pianissimi inaspettati su gesti ritmici caratteristici, su intrecci polifonici, che ogni volta esaltano il caleidoscopio non “religioso” di questo strumento. La sonata era su timbri ideali, corposi, bruniti, restituiva tutta l'espressività della tecnica di Castaldo. Tutto il concerto mai molle nei tempi, con lunghi fraseggi, e ricco di invenzioni espressive. Castaldo ha portato una ventata di qualità nella chiesa appena accanto l’antica porta Capuana e in un piccolo circondario di monumenti della storia musicale napoletana, su tutti il conservatorio di sant’Onofrio, sempre monumentale.
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