Torna il “Settembre dell’Accademia”

Dal 7 settembre il XXXI festival internazionale di musica al Teatro Filarmonico di Verona | ARTICOLO IN COLLABORAZIONE CON ACCADEMIA FILARMONICA DI VERONA

Vladimir Jurowski
Vladimir Jurowski
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classica

Torna dal 7 settembre al 3 ottobre al Teatro Filarmonico di Verona il Festival “Settembre dell’Accademia”, manifestazione ideata per questa XXXI edizione dal direttore artistico dell’Accademia Filarmonica di Verona Luigi Tuppini.

Il cartellone 2022 del Festival “Settembre dell’Accademia” è stato pensato per rimettere la musica al centro, ripartendo con entusiasmo per investire sul presente e sul futuro, nella convinzione che il rito del concerto e della musica dal vivo è in grado di rinnovarsi di volta in volta, offrendosi al pubblico non semplicemente come occasione di svago, ma come elemento identitario e condiviso.

In questo senso, il Festival di musica classica “Settembre dell’Accademia” è un investimento che, da ormai numerosi anni, restituisce i suoi frutti in termini culturali ed estetici attraverso programmi dedicati principalmente alla grande tradizione sinfonica. Anche in questa prospettiva, lo spirito che anima anche questa edizione nasce da una credibilità internazionale conquistata grazie alla continuità e alla costante presenza di orchestre di altissimo livello, provenienti da tutto il mondo.

Venendo al dettaglio del programma di quest’anno, possiamo annotare che il festival si sviluppa in un percorso di 8 concerti tracciato nell’arco di quasi un mese, dal 7 settembre al 3 ottobre appunto. L’inaugurazione è affidata alla Rundfunk Sinfonieorchester Berlin, mercoledì 7 settembre, l’orchestra della radio al centro della scena musicale berlinese, che vanta la medesima età della radio stessa essendo nata nel 1923. Tra i grandi direttori che hanno forgiato questa formazione, dedicandosi specialmente al grande repertorio tardo romantico, figurano Sergiu Celibidache, Eugen Jochum, Rafael Frühbeck de Burgos e Marek Janowski. Il suo direttore stabile è oggi Vladimir Jurowski, un precoce talento della bacchetta dal carattere dinamico impegnato a proseguire il percorso di approfondimento dello stesso repertorio tardoromantico. A Verona Jurowski presenta una delle pagine sinfoniche più amate di Gustav Mahler come la Sinfonia n. 5, opera di grande seduzione sonora, tra tragiche marce funebri, Scherzi laceranti e incontaminati lirismi, carattere quest’ultimo raccolto simbolicamente nel celebre Adagietto viscontiano. Il concerto sarà inoltre aperto da un brano di rara esecuzione che sarà anche l’occasione per incontrare la giovane violinista Vilde Frang: il Concerto per violino n. 1 di Béla Bartók, opera giovanile frutto di una passione impossibile dell’autore per una violinista, che tenne il manoscritto ineseguito fino alla sua morte.

Santtu-Matias Rouvali
Santtu-Matias Rouvali

L’appuntamento del 12 settembre offre il palcoscenico agli inglesi con una delle più rappresentative compagini d’oltremanica, the Academy of St. Martin in the Fields, che con il suo direttore principale nonché star del violino Joshua Bell si presenta con un programma di sicuro fascino, con l’Ouverture Egmont e la Sinfonia n. 7 di Beethoven che fanno da cornice al denso Concerto per violino di Čajkovskij.

Ancora il violino è protagonista giovedì 15 settembre in apertura del concerto di un’altra formazione britannica come la Philharmonia di Londra. La giapponese Sayaka Shoji interpreterà il Concerto n. 2 di Sergej Prokof’ev, opera del 1935 contrassegnata da una svolta stilistica del compositore in favore di una semplicità formale e di una eloquente cantabilità. Sarà interessante confrontare poi il Sibelius (Sinfonia n. 2) di Santtu-Matias Rouvali, il nuovo direttore della Philharmonia, con il Sibelius di Esa-Pekka Salonen che in due occasioni è stato ospite del “Settembre” lasciando un ricordo indelebile delle sue interpretazioni a Verona. L’orchestra ha puntato, per il dopo-Salonen, su Rouvali rinnovando il suo legame con la Finlandia, terra di grandi direttori d’orchestra.

Per lunedì 19 settembre l’Accademia Filarmonica ha invitato in recital uno dei grandi pianisti del nostro tempo, Mikhail Pletnev. Il pianista russo da diversi anni centellina le sue esibizioni ma ogni volta che torna sul palcoscenico è un avvenimento, un appuntamento con la fantasia interpretativa e l’eleganza del suono. Anche i suoi programmi non sono mai scontati, men che meno questo che alterna musiche dell’ultimo crepuscolare periodo di Johannes Brahms a quelle meno note di Antonin Dvořák , in un ideale dialogo tra due musicisti legati da grande reciproca stima.

Un altro modo originale di comporre un programma viene senz’altro da Leif Ove Andsnes, il pianista direttore che, alla testa della Mahler Chamber Orchestra, giovedì 22 settembre si dedica all’esecuzione di musiche composte nell’arco di un solo anno da Wolfgang Amadeus Mozart, il 1786. In quell’anno di grandissimi risultati creativi ascolteremo i Concerti per pianoforte n. 22 K. 482 e n. 24 K. 491, e al centro della serata la Sinfonia n. 38 “Praga”.

La Barcelona Gipsy balkan Orchestra ci porta per una sera fuori dalle rotte classiche, presentando lunedì 26 settembre il patrimonio musicale gitano, klezmer, bosniaco, serbo, albanese, rumeno, russo e ottomano. Brani che parlano d’amore e libertà, canzoni contro la guerra e canti rivoluzionari. La band è composta da sette musicisti di sei paesi diversi: la voce è dell’incantevole Margherita Abita, proveniente dall’Italia; Stelios Togias, il percussionista viene dalla Grecia; Julien Chanal, il chitarrista, è francese; Ivan Kovacevic, il contrabbassista, arriva dalla Serbia; Dani Carbonell al clarinetto, è spagnolo come il fisarmonicista Fernando Salinas, e Oleksandr Sora è violinista ucraino e si alterna al violinista spagnolo Pere Nolasc Turu.

Jordi Savall
Jordi Savall

Si potrebbe intitolare “La metamorfosi dell’eroe” il programma dell’Orchestra Mozart diretta da Daniele Gatti venerdì 30 settembre: il momento più alto della storia della sinfonia rappresentato dalla Sinfonia n. 3 “Eroica” di Beethoven, nata sull’onda dell’ammirazione per Bonaparte e Metamorphosen, l’opera ultima di Richard Strauss, una elegia per soli archi che medita sulle rovine di una civiltà trascinata da una guerra distruttiva. Strauss nel 1945 scriveva questo capolavoro in cui affiora nostalgicamente il tema della marcia funebre dell’Eroica, chiudendo i conti con un’intera epoca. L’Orchestra Mozart è stata fondata da Claudio Abbado, è un’orchestra internazionale con sede a Bologna ed è oggi nelle mani di un degno eroe del compianto maestro, il milanese Daniele Gatti.

La chiusura del festival è affidata alle cure di Jordi Savall, il direttore-violista-filologo catalano che alle soglie degli ottanta anni rivisita il repertorio sinfonico classico con il suo gruppo con strumenti originali Le Concert des Nations. Dopo la recente acclamata integrale discografica delle sinfonie di Beethoven Savall affronta lunedì 3 ottobre i due capolavori sinfonici di Franz Schubert, la Sinfonia n. 8 “Incompiuta” e le Sinfonia n. 9 “La Grande”. Due opere oggi celebri, amatissime, ma che il musicista non ebbe mai occasione di sentire eseguite in vita.

Tutti i dettagli del programma del XXXI festival internazionale di musica il “Settembre dell’Accademia” si trovano sul sito www.accademiafilarmonica.org.

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