A Bolzano brilla l’energia dell’European Union Youth Orchestra
Noseda guida con successo la EUYO tra una “prima” di Hannah Kendall e un trascinate Sacre di Stravinskij, con al centro il cameo pianistico di Jae Hong Park dedicato a Rachmaninoff
Incastonato al centro di un cartellone che dallo scorso 30 luglio fino al prossimo 9 settembre compone l’articolato programma del Bozano Festival Bozen 2022, questo concerto dell’European Union Youth Orchestra ha illuminato con l’energia dei suoi giovani musicisti una coinvolgente serata ospitata al Teatro Comunale di Bolzano di fronte ad un pubblico numeroso e partecipe.
Il programma ha preso le mosse dalla prima esecuzione assoluta di Nexus, brano della compositrice inglese Hannah Kendall – vincitrice nel 2022 del Premio Hindemith per la musica contemporanea – commissionato da European Broadcasting Union. Una pagina che, nella sua conformazione timbrica, plasmata attraverso un’architettura compositiva sostenuta da una solida base tonale attraversata da scarti armonici e striature strumentali – alimentate da accenni dissonanti misurati e, al tempo stesso, matericamente pregnanti – ha in qualche modo anticipato il carattere generale della serata, impegnando in particolare la compagine orchestrale in significativi passaggi dinamico-ritmici. Un carattere che, pur nella misura equilibrata che ha connotato nel complesso la pagina dell’autrice, ha segnato un’interpretazione gestita con gusto efficace da Gianandrea Noseda, alla guida di un ensemble strumentale reattivo e coeso, capace di restituire con bell’impegno il gusto espressivo della stessa Hannah Kendall, presente in sala e salutata dagli applausi del pubblico.
Dalla materia musicale della compositrice inglese siamo poi passati alla ricca varietà di colori sgorganti da una pagina come la Rapsodia su tema di Paganini op. 43 di Rachmaninoff, brano composto nell'estate del 1934 ed eseguito dallo stesso compositore e pianista russo a Baltimora nel novembre dello stesso anno, con l'orchestra diretta da Leopold Stokowsky. In questa occasione al pianoforte era seduto il pianista coreano Jae Hong Park, classe 1999, vincitore del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni dello scorso anno. Un interprete che ha saputo confermare una solida preparazione tecnica nutrita da una personalità interpretativa capace di dialogare con lineare fluidità con la compagine orchestrale e, al tempo stesso, di restituire la materia espressiva – ora virtuosisticamente tesa, ora ispiratamente lirica, ora opulentemente tardoromantica – che Rachmaninoff ha distillato partendo dall’iconico tema del ventiquattresimo e ultimo Capriccio per violino solo di Paganini, declinandolo poi in ventiquattro differenti variazioni. Un excursus interpretativo che ha appagato palesemente il pubblico presente, ai cui applausi è seguito un bis bachiano offerto dallo stesso Jae Hong Park.
La seconda parte del concerto è stata occupata da quel monumento della musica del Novecento rappresentato da Le sacre du printemps di Igor Stravinskij, vale a dire quegli ormai emblematici “quadri della Russia pagana” che a ogni esecuzione rivelano una qualità compositiva e un’essenza espressiva capace di rinnovarsi di volta in volta, anche al netto di quello scandalo orami lontano che aveva suscitato questa partitura più di un secolo fa, alla sua prima esecuzione parigina avvenuta al Théâtre des Champs Élisées nel maggio del 1913. Un carattere che, in questa occasione, non ha mancato di confermarsi in tutta la sua valenza, anche grazie a una direzione come quella offerta da Gianandrea Noseda, capace di condurre i componenti di questa formazione orchestrale in una direzione interpretativa via via sempre più coesa ed efficace.
Dalle prime note dei fiati, fino ai pieni orchestrali e a quegli strappi degli archi che – assieme alla connotazione ritmicamente variegata e, a tratti, “selvaggia” – segnano il carattere di questa pagina, i giovani componenti della EUYO si sono infatti resi protagonisti di una lettura sempre più compatta e convincente, grazie anche alla capacità dello stesso Noseda di convogliare l’energia espressa da questa compagine in una direzione espressiva coerente con la complessità dell’opera stravinskijana.
Sulla scia dell’entusiasmo di un pubblico che ha salutato con altrettanto calore sia i giovani componenti della EUYO sia il direttore che gli ha accompagnati nel corso di questa coinvolgente serata, lo stesso Noseda ha voluto chiudere il concerto con un significativo fuori programma rappresentato dell’esecuzione della Evening Serenade del compositore ucraino Valentyn Silvestrov, resa con delicata misura.
Una serata dal segno coinvolgente, insomma, dalla quale ci siamo congedati sulle note dell’allegro commiato in musica con cui i giovani componenti della EUYO si sono salutati, nell’allegra e contagiosa condivisione della loro bella passione per la musica.
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