Matmos, saluti da Varsavia

Nel nuovo album il duo statunitense Matmos rende omaggio al compositore polacco Bogusław Schaeffer

Regards Boguslaw Schaeffer Regards Boguslaw Schaeffer Matmos
Disco
oltre
Matmos
Regards/ Ukłony dla Bogusław Schaeffer
Thrill Jockey
2022

La vocazione tematica dei Matmos è ormai proverbiale. Per citare i casi più recenti: in The Consuming Flame (2020) invitarono 99 musicisti a esprimersi rispettando la cadenza di 99 Bpm, mentre nel precedente Ultimate Care II (2016) avevano preso spunto dai rumori della lavatrice di casa, muovendosi da equilibristi sul filo tra ironia e arte concettuale.

– Leggi anche: AngelicA, da Braxton ai Matmos

Questa volta il soggetto su cui si sono applicati Drew Daniel e Martin Schmidt è Boguslaw Schaeffer, compositore polacco scomparso tre anni fa. Poco noto oltre confine (fa eccezione il brano da un suo Klavier Konzert incluso da David Lynch nella colonna sonora di Inland Empire), è in patria icona venerata al pari di Krzysztof Penderecki e Henryk Górecki.

Membro del Gruppo di Cracovia guidato dal regista teatrale e pittore Tadeusz Kantor, esprimendosi anche in veste di drammaturgo, illustratore e saggista, agiva su scala musicale fra modernismo classico e sperimentazione elettronica, approfittando dell’equipaggiamento analogico in dotazione negli studi della radio di stato.

L’imponente archivio delle sue registrazioni è custodito ora dall’Instytut Adama Mickiewicza di Varsavia, dal quale – complice il festival “Unsound” – è partito all’indirizzo del duo statunitense l’invito a lavorarci sopra. Ascoltandole e incamerandone spezzoni, i Matmos hanno creato su Ableton un apposito sample pack ad accesso libero, usando poi quell’assortimento di campionamenti per dar corpo al disco che rende espressamente omaggio – fin dall’intestazione – all’autore.

Non si tratta di una rilettura degli originali, dunque, bensì di un acrobatico procedimento di taglia-e-cuci che ne ricolloca i frammenti – spesso alterati – nel contesto dell’attualità. Cosicché, per chi ignorasse le premesse, “Cobra Wages Shuffle” – ritmo meccanico, fiati irridenti e varie bizzarrie sintetiche – sembra ostentare le caratteristiche tipiche del suono “matmosico”.

Il titolo alternativo dell’episodio – ogni brano ne è dotato, generalmente in lingua polacca – svela un sottotesto enigmistico: “Off! Schable W Gurę!” altro non è che una specie d’intraducibile anagramma di Boguslaw Schaeffer. Il giochino si ripete nelle due tracce seguenti: “Few, Far Chaos Bugles” (alias “Uff... Bosch Gra Wałęsę”), aperta dal ticchettio di una macchina per scrivere e sviluppata con dispetti elettronici, archi molesti ed effetti glitch, e “Flashcube Fog Wares” (“Głucha Affera Słów”), inquietante esercizio ambient in bilico fra classica contemporanea e musique concrète.

Per quanto possa apparire sulla carta cervellotica, l’operazione è in verità stuzzicante e a tratti divertente: valgano ad esempio l’iniziale “Resemblage”, dove l’andatura claudicante e i gorgoglii di sintetizzatore aprono la via per una sorta di minuetto futurista, e soprattutto l’inopinata atmosfera da rave che incapsula l’impertinente “Flight to Sodom”.

Elegantemente sospeso a mezz’aria fra ghiribizzo speculativo e divertissement colto, Regards offre uno scorcio ulteriore dell’inimitabile intelligenza musicale dei Matmos.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

oltre

Il mito di Orfeo secondo Sarah Davachi

In The Head as Form’d in the Crier’s Choir la compositrice canadese trae ispirazione da Claudio Monteverdi e Rainer Maria Rilke

 

Alberto Campo
oltre

La morbida confusione di Mabe Fratti

Sentir Que No Sabes è l’inconsapevole capolavoro della violoncellista e cantante del Guatemala

Alberto Campo
oltre

Alessandra Novaga sulle orme di Tarkovskij

The Artistic Image Is Always a Miracle è il nuovo lavoro della chitarrista e compositrice milanese

Alberto Campo