Matmos, saluti da Varsavia
Nel nuovo album il duo statunitense Matmos rende omaggio al compositore polacco Bogusław Schaeffer
La vocazione tematica dei Matmos è ormai proverbiale. Per citare i casi più recenti: in The Consuming Flame (2020) invitarono 99 musicisti a esprimersi rispettando la cadenza di 99 Bpm, mentre nel precedente Ultimate Care II (2016) avevano preso spunto dai rumori della lavatrice di casa, muovendosi da equilibristi sul filo tra ironia e arte concettuale.
– Leggi anche: AngelicA, da Braxton ai Matmos
Questa volta il soggetto su cui si sono applicati Drew Daniel e Martin Schmidt è Boguslaw Schaeffer, compositore polacco scomparso tre anni fa. Poco noto oltre confine (fa eccezione il brano da un suo Klavier Konzert incluso da David Lynch nella colonna sonora di Inland Empire), è in patria icona venerata al pari di Krzysztof Penderecki e Henryk Górecki.
Membro del Gruppo di Cracovia guidato dal regista teatrale e pittore Tadeusz Kantor, esprimendosi anche in veste di drammaturgo, illustratore e saggista, agiva su scala musicale fra modernismo classico e sperimentazione elettronica, approfittando dell’equipaggiamento analogico in dotazione negli studi della radio di stato.
L’imponente archivio delle sue registrazioni è custodito ora dall’Instytut Adama Mickiewicza di Varsavia, dal quale – complice il festival “Unsound” – è partito all’indirizzo del duo statunitense l’invito a lavorarci sopra. Ascoltandole e incamerandone spezzoni, i Matmos hanno creato su Ableton un apposito sample pack ad accesso libero, usando poi quell’assortimento di campionamenti per dar corpo al disco che rende espressamente omaggio – fin dall’intestazione – all’autore.
Non si tratta di una rilettura degli originali, dunque, bensì di un acrobatico procedimento di taglia-e-cuci che ne ricolloca i frammenti – spesso alterati – nel contesto dell’attualità. Cosicché, per chi ignorasse le premesse, “Cobra Wages Shuffle” – ritmo meccanico, fiati irridenti e varie bizzarrie sintetiche – sembra ostentare le caratteristiche tipiche del suono “matmosico”.
Il titolo alternativo dell’episodio – ogni brano ne è dotato, generalmente in lingua polacca – svela un sottotesto enigmistico: “Off! Schable W Gurę!” altro non è che una specie d’intraducibile anagramma di Boguslaw Schaeffer. Il giochino si ripete nelle due tracce seguenti: “Few, Far Chaos Bugles” (alias “Uff... Bosch Gra Wałęsę”), aperta dal ticchettio di una macchina per scrivere e sviluppata con dispetti elettronici, archi molesti ed effetti glitch, e “Flashcube Fog Wares” (“Głucha Affera Słów”), inquietante esercizio ambient in bilico fra classica contemporanea e musique concrète.
Per quanto possa apparire sulla carta cervellotica, l’operazione è in verità stuzzicante e a tratti divertente: valgano ad esempio l’iniziale “Resemblage”, dove l’andatura claudicante e i gorgoglii di sintetizzatore aprono la via per una sorta di minuetto futurista, e soprattutto l’inopinata atmosfera da rave che incapsula l’impertinente “Flight to Sodom”.
Elegantemente sospeso a mezz’aria fra ghiribizzo speculativo e divertissement colto, Regards offre uno scorcio ulteriore dell’inimitabile intelligenza musicale dei Matmos.