Sault, a sorpresa un disco di neoclassica

Il nuovo Air del collettivo inglese Sault spiazza tutti: capolavoro o disco senza alcun senso?

L'immagine dei Sault su Spotify
Illustrazione su Spotify per il nuovo disco dei Sault
Disco
oltre
Sault
Air
Forever Living Originals
2022

Con un preavviso di poche ore, venerdì 15 aprile il collettivo Sault ha messo a disposizione sulla propria pagina Bandcamp il suo sesto lavoro, Air: ancora una volta il disco è acquistabile in modalità name your price (quindi anche gratis) ma non sarà cancellato per sempre dopo 99 giorni come il precedente Nine.

Tra gli addetti ai lavori e i fan è subito scoppiata la frenesia, seguita in breve tempo dalla perplessità: ricordavate i Sault come un gruppo neo-soul, funk, disco, house e altro ancora? Bene, almeno in questo disco, quel gruppo non c’è più. Se negli episodi precedenti – Five, Seven, Nine e i due Untitled, Black is e Rise – erano riusciti spesso a sorprenderci, questa volta riescono a spiazzarci e a polarizzare i giudizi: o capolavoro o fallimento totale. Avrei potuto fare il furbo e scrivere due recensioni brevi, una a proposito di un capolavoro e la seconda di un disco privo di senso, ma i Sault non avrebbero meritato un simile trattamento: stiamo pur sempre parlando di uno dei gruppi più importanti usciti alla ribalta negli ultimi anni e allora eccomi pronto a sporcarmi le mani e rischiare la brutta figura.

«First reaction, shock!», come ebbe modo di dire un nostro politico convinto di parlare un buon inglese: sì, il primo ascolto è totalmente spiazzante, al punto che si potrebbe pensare di aver sbagliato disco o di trovarsi di fronte a uno scherzo. No, il disco è quello giusto, le dovute verifiche lo confermano e inoltre, superato lo stupore, risulta anche piacevole. Bombardati da suoni e produzioni che si somigliano tutti, ogni tanto qualcosa di inaspettato fa anche piacere. Secondo ascolto: certo che ’sti cori dopo un po’…Terzo ascolto, quello decisivo: dopo aver prodotto i cinque dischi precedenti – e non dimentichiamo gli ultimi due di Little Simz e le collaborazioni con Michael Kiwanuka – Inflo, all’anagrafe Dean Josha Cover, compie una brusca virata ed ecco che le sette composizioni di Air sono episodi di musica classica contemporanea.

Inflo è anche autore di tutte le canzoni dell’album, con l’aiuto di Cleopatra Zvezdana Nikolic (a.k.a. Cleo Sol) nella title track e in "Time Is Precious" che, nella seconda parte, mette in mostra quelle sonorità soul a cui il gruppo ci aveva precedentemente abituati.

 L’immagine scelta per presentare il disco su Spotify (che vedete in apertura) ci fa intuire che il contenuto ha un taglio cinematografico e in effetti all’ascolto suona come la colonna sonora di film di fantascienza: vengono in mente 2001: Odissea nello Spazio, Star Trek, Star Wars, mentre, tra i musicisti che possono aver influenzato le composizioni, mi sento di elencare Philip Glass, György Ligeti, Charles Stepney, Michael Nyman, Antonín Dvořák, Burt Bacharach, Sigur Rós (però alle prese con la sonorizzazione di un film con Doris Day), David Axelrod, e sicuramente ne sto dimenticando altri. 

Se in Untitled (Black Is), il loro album più politico, risuonavano le ultime parole del povero George Floyd, «non riesco a respirare», qui si va a cercare l’aria in alto e da lassù si osserva la Terra: è in pericolo ma ancora bellissima.

«Non sprecate tempo perché il tempo è prezioso, è l’unico tempo che avete qui, la vita porterà sempre i suoi piaceri. Musica, abbi giudizio, custodisci quei tesori» - Time Is Precious

 Air non è un disco facile, non è un disco immediato, richiede pazienza e una certa fatica, ma quant’è bello che i Sault abbiano fatto un disco come questo e che il pubblico lo stia ascoltando con tutta l’attenzione che merita? Quasi una cosa d’altri tempi.

 P.S. Ho scoperto recentemente che i Sault hanno due fan di alto profilo, il Presidente Joe Biden e la Vice-Presidente Kamala Harris: il brano “Free” fu infatti incluso nella playlist ufficiale della celebrazione per l’inizio del loro mandato il 6 gennaio 2021.  

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

oltre

Il mito di Orfeo secondo Sarah Davachi

In The Head as Form’d in the Crier’s Choir la compositrice canadese trae ispirazione da Claudio Monteverdi e Rainer Maria Rilke

 

Alberto Campo
oltre

La morbida confusione di Mabe Fratti

Sentir Que No Sabes è l’inconsapevole capolavoro della violoncellista e cantante del Guatemala

Alberto Campo
oltre

Alessandra Novaga sulle orme di Tarkovskij

The Artistic Image Is Always a Miracle è il nuovo lavoro della chitarrista e compositrice milanese

Alberto Campo