Susana Baca, la regina afro-peruviana

A 77 anni la cantante peruviana Susana Baca pubblica il suo nuovo album Palabras Urgentes

Susana Baca Palabras Urgentes
Susana Baca (foto di Javier Falcon)
Disco
world
Susana Baca
Palabras Urgentes
Real World Records
2021

A 77 anni la cantante peruviana Susana Baca pubblica il suo nuovo album Palabras Urgentes, a un anno dal precedente A Capella (Grabado en Casa Durante la Cuarantena), festeggiando così nella maniera migliore 50 anni di carriera.

Cantante con 16 album al suo attivo, etno-musicologa, ministra della cultura per cinque mesi del 2011 nel governo presieduto da Salomón Lerner Ghitis, alla guida del Centro Experimental de Música Negrocontinuo, fondato nel 1992 in compagnia del marito Ricardo Pereira, Susana Baca divenne famosa a livello internazionale con "Maria Lando," canzone inclusa nella compilation del 1995 The Soul of Black Peru, prodotta da David Byrne e pubblicata dalla sua etichetta Luaka Bop.

Non sorprende che il suo nome sia stato spesso avvicinato a quello di Cesaria Evora, la celebre cantante capoverdiana scomparsa dieci anni fa: entrambe infatti hanno trovato un materiale ricchissimo nella musica tradizionale dei loro Paesi ed entrambe cantano canzoni radicate in emozioni tenebrose: dolore, nostalgia e desiderio.

Quest’articolo comincia in maniera insolita, con un video, la miglior introduzione all’arte di Susana Baca per coloro che non la conoscono: musica e parole in uno spagnolo molto comprensibile, ne vale davvero la pena.

Bene, se avete dato anche solo uno sguardo al video – lo so, 58 minuti sono lunghi –, avete capito perché ho usato il termine “regina”: non si può fare a meno di ammirare la classe infinita con cui questa venerabile signora conduce la propria vita e tesse i suoi canti, con le radici ben piantate nel Perù nero. La sua è la voce che ha fatto conoscere all’estero, e senza dubbio conoscere nuovamente all’interno del proprio Paese, la minoranza afro-peruviana: una popolazione, una cultura e una storia ereditate dall’epoca della tratta degli schiavi, ma che i libri di scuola e la cosiddetta “buona società” hanno fatto passare sotto silenzio, come è successo in tanti altri Paesi dell’America Latina. Come se l’esistenza di comunità nere ricordasse a tutti che anche in Perù la schiavitù aveva giocato un ruolo fondamentale nella costruzione del Paese.

Susana Baca l’ha capito bene e ha deciso di ricercare la cultura che il Perù ha ereditato dai suoi antenati africani e di ridarle valore, trovandosi spesso a combattere contro persone di origine africana intenzionate a non tramandare la memoria del terribile periodo della schiavitù.

«Alla scuola Negrocontinuo» ha detto Susana Baca in un'intervista concessa a PAM (Pan African Music) «i giovani della regione a sud di Lima hanno imparato ad apprezzare la loro eredità culturale e la forza che può dare la fiducia in questa eredità: hanno imparato che non devono abbassare la testa, che non devono sentirsi umiliati di aver ereditato da persone che sono state messe in schiavitù, e adesso questi giovani lavorano alle loro composizioni e fanno la loro musica attingendo alle fonti che noi abbiamo documentato. E questa missione l’abbiamo portata a termine Ricardo Pereira e io, Susana Baca».

Anche Palabras Urgentes ha un piede nella musica odierna ma, nello stesso tempo, è ancorato alla tradizione e alle radici. Usando una definizione di un giornalista statunitense di cui la Baca va fiera, «Susanna crea la sua propria tradizione».

«Susanna crea la sua propria tradizione».

Parole urgenti: dopo 50 anni di vita artistica Susana Baca ha composto questo disco per discutere, pensare, dire alle persone che è indispensabile riflettere su cosa stiamo facendo. Alla produzione è stato chiamato Michael League del gruppo Snarky Puppy, al cui album Family Dinner Susana aveva partecipato.

Questo album deve essere visto come una forma di protesta ma anche come un mezzo per incoraggiarci ad apprezzare il tempo che ci è dato e viverlo nella maniera più completa, dieci canzoni militanti e poetiche che sposano i ritmi ereditati dagli schiavi e i poeti latino-americani, canzoni che rendono omaggio alle guerrigliere sudamericane – come Micaela Bastidas e Juana Azurduy – e seguono le tracce dell’eredità afro-latina attraverso tango, milonga, cueca e landó.

La maggior parte delle canzoni che compongono questo album ha una lunga storia e in ciò Palabras Urgentes può essere visto come la variante sudamericana di Buena Vista Social Club: c’è spazio per “La Herida Oscura”, scritta dalla sua amica Chabuca Granda, “Milonga De Mis Amores”, canzone del 1937 divenuta un classico del bandeonista argentino Pedro Laurenz, “Sorongo”, uno standard del portoricano Tite Curet Alonso, e “Vestida de Vida, uno dei punti forti del repertorio di Susana Baca.

Un album tra memoria storica e giustizia sociale, l’ennesimo tassello di una ricerca culturale di grandissima importanza: sono parole urgenti, bisogna ascoltarle. David Byrne e Peter Gabriel l’hanno già fatto.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

world

Gera Bertolone, una siciliana a Parigi

In Femmina Gera Bertolone canta la sua sicilia, antica e contemporanea

Guido Festinese
world

Adams-Durante, riportando tutto a casa

Il nuovo, esaltante incontro fra Justin Adams e Mauro Durante

Guido Festinese
world

L’avventura globalista di Go Dugong e Washé

Madre è il frutto musicale di un viaggio nella Foresta Amazzonica

Alberto Campo