Nightmares On Wax, libertà di groove
Shout Out! To Freedom: il nuovo lavoro del produttore inglese George Evelyn, alias Nightmares on Wax
Dice di considerarlo «il disco più profondo che abbia mai scritto», perché «poteva essere l’ultimo» di Nightmares On Wax: alla vigilia dell’arrivo del Covid-19 aveva dovuto sospendere infatti l’attività per sottoporsi a importanti accertamenti diagnostici. Si è ritrovato dunque nella condizione di riflettere su sé stesso, traducendo in musica il flusso dei pensieri.
Ora cinquantunenne, George Evelyn, originario di Leeds ma da tempo residente a Ibiza, sfodera così un lavoro che lo riporta ai fasti della gioventù: cresciuto nel sottobosco inglese di fine anni Ottanta, fra sound system e rave, fu tra i primi artisti scritturati dalla Warp e in quel ruolo titolare della seconda uscita dell’etichetta di Sheffield, il singolo “Dextrous” firmato Nightmares On Wax.
Inizialmente riferita a un trio, dopo l’album d’esordio A Word of Science la denominazione divenne sinonimo della sua carriera individuale, culminata nel 1995 in Smokers Delight: affumicata pietra miliare del trip hop in voga allora. Su analoghe lunghezze d’onda – e sempre con il medesimo marchio di fabbrica – si sono allineate le produzioni seguenti, senza raggiungere più quell’apice, tuttavia: adesso, quando il contatore è arrivato a quota nove, ci siamo di nuovo però. Basterebbe l’epico e struggente episodio di chiusura, “Up to Us”, a certificare il valore dell’opera.
L’intonazione della melodia è affidata al vocalist di Brooklyn Haile Supreme: uno dei numerosi personaggi coinvolti – in remoto, causa pandemia – nell’impresa, dalla neozelandese Mara TK, al microfono in “Trillion”, alla londinese Greentea Peng, che si destreggia con disinvoltura sulla cadenza reggae vecchio stile di “Wikid Satellite”, mentre ad animare in voce “Isolated” sono la poetessa di origine egiziana Sabrina Mahfouz e la cantante di Manchester Pip Millett.
Ma in termini di notorietà svetta la presenza di Shabaka Hutchings, che mette il proprio sassofono al servizio di “3D Warriors”, incapsulato in un groove da jazz etiope, e “Wonder”, per intensità e ispirazione fra i momenti chiave della raccolta.
Inneggiando nel titolo alla libertà, declinata nell’introduzione in molte lingue diverse, Shout Out! To Freedom mescola in maniera fluida i vari ingredienti, dal funk spirituale di “Own Me” al soul psichedelico di “Creator SOS”, e offre una versione aggiornata e perfezionata di ciò che da tre decenni George Evelyn ci propone e propina: incubi su vinile avvincenti anziché spaventosi.