Tutte le isole di Franca Masu
Cordemar è il nuovo album di Franca Masu, voce catalana di Sardegna
«Le sirene esistono. A l’Alguer, città catalana di Sardegna che si affaccia al nord ovest del mondo conosciuto, si vedono scrutare l'infinito, ingannano i navigatori con il loro canto e sono mutanti fanciulle dalla chioma fluente e dagli occhi profondi come la notte sarda e mediterranea. Come nella polena di una nave guardano dove gli altri non vedono, cogliendo i desideri e le passioni degli uomini… [...] Cordemar è una invocazione e un voto. Uno splendido e rarefatto ritratto al femminile che sol una sirena può dipingere».
Queste le parole, davvero incantate, che un maestro di incanti possibili – e qualche volta al limite delle possibilità – come Paolo Fresu ha dedicato a questo nuovo e atteso lavoro di Franca Masu.
Franca Masu è una delle grandi voci dalla Sardegna, isola-continente per la musica che riesce a declinare assieme futuro e passato remoto, in nome di un presente che lascia sempre il segno. Il segno della poesia, della costanza nella ricerca, di un attaccamento alle proprie radici culturali che non è mai urticante, aggressiva regressione a un passato brandito come una clava, ma pura e profonda ispirazione all'agire nell’oggi.
Franca Masu canta nel catalano di Alghero – ma anche in italiano e in spagnolo – e già si impone da sola la riflessione che la grande isola a forma d'orma è un’isola di isole, una cultura fatta di culture che sfidano l'appiattimento identitario semplice su questo o quel tratto folklorico. La Sardegna è moltiplicazione di sfumature linguistiche, musicali, culturali: un sasso liscio che può rimbalzare sulle onde fino a scomparire e confondersi nella linea dell'orizzonte, un sasso pesante che, quando si inabissa, crea una serie di cerchi concentrici che, progressivamente, incorporano tutta la superficie salata.
Franca Masu è una sirena che ogni tanto, dalla sua spiaggia, fa rimbalzare sul mare della musica canzoni necessarie, lievemente malinconiche, saporite di testi e di note scelte una a una con amici musicisti sulla stessa lunghezza d'onda, una creatrice di cerchi concentrici che conservano l'essenziale.
Considerate l'iniziale brano che intitola, Cordemar, cuore di mare: ha sentore di fado, di Brasile, di Mediterraneo, ondeggia lieve come un lenzuolo steso al sole perché c'è una brezza sottile, è quasi imprendibile. E poi c'è il recupero di una scheggia luminosa e, al solito, poeticissima da quel piccolo grande uomo burrascoso che fu Bruno Lauzi, un tributo a Piazzolla, e l'immenso Serrat di “Mediterraneo” a chiosare, in fondo, il senso del tutto.
Formazione di navigati amici radicati nell'etno-jazz: Luca Falomi da Motus Laevus e Esperanto alla chitarra, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, la magnifica Sade Mangiaracina, pianista rivelazione del nuovo jazz, Salvatore Maltana al contabbasso, Massimo Russino batteria, Max De Aloe armonica cromatica.