Loscil, la ripetizione è una forma di disciplina

Clara è il nuovo album del producer Loscil, che "lavora" una registrazione su vinile di un'orchestra d'archi

Loscil Clara
Disco
oltre
Loscil
Clara
Kranky
2021

Nel 2015 è uscito un documentario sul gruppo di Manchester The Fall intitolato It’s not Repetition, It’s Discipline: bene, questa frase si può tranquillamente applicare al lavoro del canadese originario di Vancouver Scott Morgan, discograficamente conosciuto come Loscil.

Clara è il tredicesimo album del produttore ambient, a due anni dal precedente Equivalents, e può essere definito come il lavoro più accessibile di Loscil, compreso tra confini ben regolamentati, pur lasciando una sensazione di inquietante incertezza.

Vale la pena raccontarne la genesi: i suoni traggono origine da una singola composizione di tre minuti eseguita a Budapest da un’orchestra di ventidue strumenti ad arco. La registrazione è stata lavorata al tornio e incisa su un 7” in vinile in copia unica, «rigato e maltrattato per aggiungere consistenza e colore». Dopodiché Loscil ha campionato i suoni e dato loro una forma, li ha cesellati fino ad arrivare alla versione finale dell’album.

Da sempre Loscil è un artista che predilige le ombre, le sfumature del bianco e del nero, si tiene discosto dai colori accesi, e ce lo spiega in questo breve documentario uscito lo scorso anno.

«Se penso al passato» ha spiegato «ho una sorta di dispiacere per il fatto che i miei genitori non mi abbiano fatto imparare a suonare il pianoforte. Il mio primo contatto con la musica è avvenuto grazie a uno zio che mi regalò una chitarra acustica che imparai a suonare da solo e poi ho suonato il sax alle scuole superiori. Poi ho smesso ma quella fu la strada che mi condusse a diventare un compositore e uno sperimentatore nello studio di registrazione, ad amare giocare con l’elettronica, a contaminare le cose e creare suoni. Posso prendere uno strumento e imparare a suonarlo, ma mai abbastanza bene da pensare di farci dei suoni».

Clara, brillante, e i titoli dei dieci brani – “Lux”, “Lumina”, “Stella”, “Vespera”, “Astra”, per citarne alcuni – rafforzano la sensazione di intraprendere un viaggio tra correnti elettriche celestiali ed etere interstiziale, dove «le ombre sono amplificate e la lucentezza si rivela offuscata».

Risulta davvero difficile estrapolare qualche brano in particolare, consiglio di farsi scivolare addosso questi settanta minuti di suoni che generano sentimenti nostalgici per qualcosa che si è perso, anche se posso segnalare, sforzandomi, “Lumina” e “Vespera”, brani nello stile più classico di Loscil, con motivi appena accennati di tastiera che emergono dal nulla cosmico per dare vita a un flusso meditativo, oppure i dieci minuti di “Stella”, musica sognante e stralunata che sembra provenire da un altro mondo, lo stesso che a volte ha frequentato anche Daniel Lanois, o ancora la title-track posta in chiusura, nove minuti assolutamente epici.

Loscil non ha mai avuto paura di consumare un’idea fino in fondo e Clara non fa eccezione. La sua musica ascendente – in alcuni casi trascendente –, organica ed emotiva, ha qualità calmanti, oserei dire curative, pur immergendosi a volte nelle ombre più scure.

«Personalmente penso che la musica debba sempre avere una componente in grado di arrivare al di là dell’”idea” e comunicare a livello di pancia. Chiamatela emozione, spirito, sentimento, o come meglio preferite» - Loscil

P.S. Chiudo con una curiosità: nella colonna sonora della serie televisiva di successo Suburra è presente “Endless Falls”, brano che dà il titolo all’album realizzato da Loscil nel 2010.

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