Arrivata alla sua XXXI edizione, la rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea Traiettorie rinnova la sua formula ribadendo il rigore nelle scelte del repertorio proposto e tracciando un inedito percorso che, a partire dal 1° giugno, abiterà fino al 4 novembre diversi luoghi della città di Parma.
Attraverso un nuovo disegno che dispiega il cartellone in undici appuntamenti nell’arco di sei mesi, Traiettorie dedica la propria edizione 2021 alla musica colta americana, nell’intento di delineare alcune delle direttrici che la musica d’oltreoceano ha sviluppato negli anni, modellandosi tramite il continuo confronto con mondi sonori della più varia provenienza.
Proprio di questa prospettiva rinnovata abbiamo parlato con il direttore artistico Martino Traversa.
La rassegna Traiettorie raggiunge quest’anno la sua trentunesima edizione. Un traguardo importante, specialmente in questo periodo così problematico…
«La situazione non è certo delle più favorevoli, ma la storia di questa rassegna e il bisogno di rinnovamento indotto anche dalla situazione contingente ci ha spronato verso una via nuova. La rassegna di questo 2021, per certi versi carico di aspettative e di speranze, ci ha ispirato nel disegnare una nuova architettura per la nostra rassegna. Abbiamo quindi pensato a un percorso più esteso, distribuito nel tempo e negli spazi di una città come Parma che offre diversi e suggestivi luoghi dove proporre la nostra musica. Spazi anche molto differenti tra loro, ma connotati da caratteri specifici, come la Casa della Musica, il Centro di Produzione Musicale “Arturo Toscanini”, l’Arena Shakespeare del Teatro Due, fino ad arrivare a un luogo storico per la nostra rassegna come il Teatro Farnese. Tutti ambienti dove la musica proposta nel nostro cartellone potrà trovare la sua dimensione ideale».
Al di là della ridefinizione di un calendario che trova una sua nuova distribuzione temporale, in questa edizione della rassegna le traiettorie musicali puntano oltre oceano…
«Il progetto musicale di quest’anno vuole in effetti tracciare un significativo percorso attraverso alcuni importanti aspetti della composizione statunitense degli ultimi cento anni, muovendo da Charles Griffes, passando per il minimalismo, fino ad arrivare a David Lang. Di alcune figure centrali come Morton Feldman, John Cage, George Crumb e Steve Reich verranno eseguiti brani che offrono un’occasione per apprezzarne sia le matrici comuni che i singolari sviluppi, tratteggiando un percorso musicale capace da un lato di evidenziare il dialogo con la cultura europea e dall’altro di valorizzare le personalissime visioni dei diversi compositori».
Veniamo quindi al dettaglio del programma di Traiettorie 2021…
«Sarà Emanuele Torquati, attivissimo sia come solista che in formazioni da camera, nel concerto presso la Casa della Musica del 1° giugno a inaugurare la trentunesima edizione di Traiettorie con un programma che prende le mosse da Piano Variations (1930) di Aaron Copland. Punto di riferimento dello stesso Copland fu Charles Tomlinson Griffes, nato nel 1884 a Elmira (non lontano da New York) e importante esponente americano dell’impressionismo musicale – come si può sentire nei Three Tone-Pictures che Torquati eseguirà. Con un salto in avanti di circa 90 anni si giunge a David Lang, osannato negli States dove ha alle spalle una lunga attività con il gruppo dei Bang on Can e conosciuto in Europa grazie alle musiche che hanno accompagnato i film di Sorrentino. This was written by hand è il suo tentativo di indagare se i mezzi di scrittura incidano nel processo creativo del comporre, dopo aver realizzato di non aver fisicamente scritto a mano un pezzo dall’acquisto di un computer nel 1993. Completa il programma George Benjamin che con i suoi Piano Figures (dieci piccoli pezzi, ognuno dei quali esplora un elemento musicale diverso) costruisce miniature assillanti e meccanismi impeccabili, che sembrano un riferimento continuo ai tic musicali contemporanei».
«L’11 giugno, presso il Centro di Produzione Musicale “A. Toscanini”, sarà la volta dell’Ensemble Prometeo, formazione costituita nel 2009 in seno alla Fondazione Prometeo e diretta da Marco Angius che incarna un tentativo di lettura degli orientamenti musicali presenti e del recente passato nell’ambito della musica contemporanea di ricerca, come dimostra il programma della serata che include Time and Motion Study I (1971-1977) di Brian Ferneyhough, considerato il maggior rappresentante della cosiddetta “nuova complessità” e Durations 1 di Feldman nel quale la durata di ogni suono è scelta dall’artista, processo già utilizzato da Feldman in Piece for Four Pianos del 1957 e in Intervals del 1961. Completano il programma L’ultima sera di Franco Donatoni che ha un posto particolare nella produzione del compositore, che ha scritto pochissimo per la voce, e Vom Himmel hoch di Aldo Clementi nella versione per quattro strumenti, qui in prima assoluta».
«E ancora, per la prima volta Traiettorie ospita Davide Cabassi, considerato uno dei migliori esponenti del pianismo internazionale della sua generazione. Il 18 giugno, alla Casa della Musica, presenterà un programma che si articola in due parti: la prima, strettamente contemporanea, prevede l’esecuzione di Palais de Mari (1986) di Morton Feldman dove il compositore si incarica di restituire autonomia completa al suono fisico facendo risuonare singole note o accordi nello spazio e per tutta la loro durata; Processional (1983), del pressoché coetaneo George Crumb, brano abbastanza dissimile dalla lunga genealogia pianistica crumbiana e da lui stesso definito "un esperimento di chimica armonica" anche se non mancano sferzate di energia e qualche silenziosa rarefazione; Sonatina (1984), composta da Niccolò Castiglioni, che visse e insegnò in America dal 1966 al 1970 e dedicata al compositore Danilo Lorenzini. Nella seconda parte del programma domina Kreisleriana, una suite di otto fantasie per pianoforte: un’opera singolare nel repertorio di Schumann, una scrittura pianistica talmente moderna da sembrare qua e là “contemporanea”, al punto che all’epoca nessuno capì quest’opera meravigliosa, nemmeno il dedicatario Chopin».
«Anche il giovane Erik Bertsch (classe 1987) salirà per la prima volta sul palco di Traiettorie il 1° luglio, alla Casa della Musica. Pianista italiano di origini olandesi, Bertsch si dedica con uguale curiosità e spirito di ricerca al repertorio classico, romantico, novecentesco e contemporaneo. Tre le direttrici del programma che presenterà a Parma troviamo quella americana con due composizioni del 1963 di Morton Feldman caratterizzate da una successione di pagine quali Piano Piece (to Philip Guston) e Vertical Thoughts 4, oltre a una composizione del 2007, Two thoughts about the piano, di Elliott Carter. Altre frontiere indagate da Bertsch sono quella francese – con Territoires de l’oubli di Tristan Murail, brano tutto giocato sulle risonanze del pianoforte – e quella italiana, con tre sorprendenti e intuitive invenzioni dal primo libro delle Miniature Estrose di Marco Stroppa, nate e sviluppate negli anni Novanta del XX secolo, di cui Bertsch ha eseguito l’integrale per la prima volta in Italia e che qui si appresta a offrire nella forma rivista da Stroppa nel 2009».
Passata l’estate si ricomincia in settembre dal minimalismo americano con un progetto aperto e partecipativo…
«Considerata la buona riuscita del progetto Tribadabum dell’anno scorso, si è deciso di presentare un’altra iniziativa partecipativa che coinvolgerà giovani musicisti (dei conservatori ma non solo) nell’esecuzione di In C. Composto nel 1964 da Terry Riley – considerato uno dei padri, appunto, del minimalismo – In C è un brano per un numero imprecisato di esecutori: Riley ne suggerisce circa 35, ma è realizzabile con gruppi più o meno numerosi. Anche la durata è variabile (dai 45 ai 90 minuti) in quanto il pezzo è costituito da 53 brevi frasi musicali che possono essere ripetute un numero arbitrario di volte, secondo alcune linee guida indicate dal compositore, ma la cui applicazione finale spetta agli esecutori. Le caratteristiche di questo lavoro iconico sono tali che permettono di “reclutare” una platea eterogenea di musicisti, con una preparazione media e con qualsiasi tipo di strumento in quanto l’unico requisito richiesto è saper leggere la musica in modo da poter eseguire un paio di pagine scritte in do maggiore. Il progetto prevederà alcuni incontri preparatori tenuti da Simone Beneventi, Mirco Ghirardini, Giovanni Mancuso e Flavio Virzì e coinvolgerà dunque i Conservatori di Parma e Reggio Emilia ma anche chiunque vorrà cimentarsi nell’esecuzione di un brano cult della musica colta contemporanea che scompiglia tutti i parametri sia della tradizione che delle avanguardie, rimanendo unico nel suo genere».
Ma il programma prosegue anche con altri appuntamenti autunnali…
«Certo. Un concerto del tutto particolare, per esempio, è quello che vede protagonista Yaron Deutsch, chitarrista israeliano e direttore musicale dell’Ensemble Nikel. Il 1 ottobre Deutsch presenterà un programma che affronta alcune icone del repertorio scritte per il suo strumento. Un esempio ne è sicuramente Electric Counterpoint di Steve Reich, spettacolare brano di 15 minuti composto per la chitarra di Pat Metheny. Anche il brano di Hugues Dufourt, La Cité des Saules (1997) prevede l’utilizzo dell’elettronica mentre per chitarra elettrica sola sono i brani Sgorgo Y (2012), scritto da Pierluigi Billone per la mano sinistra di Yaron Deutsch e intimo omaggio a Luigi Nono e All the boys forgot about you (2018) del giovane israeliano Avshalom Ariel. Il Teatro Farnese, il 7 ottobre, ospiterà uno degli artisti più affezionati di Traiettorie quale si conferma Irvine Arditti. Particolarmente impegnativo si rivela Another Face, pezzo virtuosistico dello statunitense David Felder o anche Unsichtbare Farben e imagE & imAge scritti appositamente per Irvine da Brian Ferneyhough e Roger Reynolds. Ma il fitto e impegnativo programma comprende anche le quattro Lauds di Elliott Carter, ciascuna delle quali dedicata a un compositore o interprete diversi, oltre a una pietra angolare della letteratura violinistica del Novecento come Einspielung I di Emmanuel Nunes».
«Per l’ottava serata dell’edizione 2021 di Traiettorie – 12 ottobre a Teatro Farnese – sarà inoltre di scena JACK Quartet, nato a New York nel 2007 e dedicato esclusivamente al repertorio contemporaneo, con un programma singolarissimo dal momento che, davanti al secondo Quartetto (1968) di György Ligeti e a Tetras (1983) di Iannis Xenakis sarà eseguita una trascrizione per quartetto di Angelorum psalat tripudium, una composizione del XIV secolo per due voci attribuita a un misterioso Rodericus scritta su una sofisticatissima sovrapposizione di ritmi che rendono l’esecuzione estremamente difficile ma anche straordinariamente vicina a molti atteggiamenti compositivi della nostra contemporaneità. A questo si affianca senz’altro The Remedy of Fortune (2016) di John Zorn, non per stile né per complessità, ma per ispirazione, quella ai mottetti medievali di Guillaume de Machaut».
«Il 21 ottobre, presso la Casa della Musica, sarà la volta dell’Ensemble Musikfabrik, formazione con sede a Colonia che si è ritagliata un posto di rilievo fra i maggiori gruppi di musica contemporanea».
«Un’edizione dedicata alla musica contemporanea americana non poteva non prevedere un recital affidato a Emanuele Arciuli, pianista che negli anni si è guadagnato la fama d’interprete privilegiato di questo repertorio. Nucleo centrale del programma è il progetto ideato da Arciuli sulla figura di Thelonious Monk (1917-1982) che ha visto coinvolti nella rilettura di una ballad monkiana compositori come John Harbison (Monk Trope), Milton Babbitt (A Gloss on ‘Round Midnight), Michael Daugherty (Monk in the kitchen), fino all’ultima opera per piano solo di George Crumb, Eine kleine Mitternachtmusik, per pianoforte amplificato, un’ampia suite di nove movimenti che porta il curioso sottotitolo Rumination on Monk’s Theme. In programma anche la Piano Sonata (2020) di Peter Gilbert e il quarto dei Four pieces di Frederic Rzewski».
Altri “classici” del Novecento statunitense nel programma di Arciuli?
«Non può naturalmente mancare un brano di John Cage, ovvero In a Landscape (1946), pagina di sorprendente cantabilità che anticipa le atmosfere minimaliste di qualche decennio successivo come quelle presenti, appunto, in Etude No. 2, uno tra i più noti dei venti studi di Philip Glass e qui proposto quale omaggio a uno dei principali rappresentanti del minimalismo musicale».
Anche quest’anno, infine, l’attività concertistica prosegue parallela all’impegno didattico…
«Infatti, anche questa trentunesima edizione di Traiettorie persegue gli obiettivi, da sempre cari a Fondazione Prometeo, sia di creare ponti tra formazione artistica e attività professionale, sia di consolidare i rapporti con istituzioni musicali internazionali: per questo il 4 novembre la Casa della Musica ospiterà gli Allievi del Conservatorio di Parigi, concerto che prosegue la felice collaborazione fra Traiettorie e il Conservatorio francese».
Per informazioni: www.fondazioneprometeo.org.