Zavalloni sulle tracce di Ravel e Ives
Cristina Zavalloni e Jan Bang tra pagine classiche e brani nuovi in For the Living
Ascoltando questo lavoro che Cristina Zavalloni ha realizzato assieme al musicista e produttore norvegese Jan Bang, che firma la direzione artistica e gli arrangiamenti elettronici del progetto, si ha l’impressione che la cantante abbia voluto perlustrare territori non consueti, originali ed eclettici, spingendosi in un’avventura al tempo stesso articolata e stimolante.
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Il filo conduttore che pare unire gli undici brani qui raccolti si dipana lungo un sottile equilibrio fatto di misurata espressività e delicata miscela stilistica, elementi che plasmano la variegata tavolozza interpretativa con la quale la voce della Zavalloni si trova, brano dopo brano, a confrontarsi.
Caratteri che emergono fin dalle prime tracce, passando dal clima misurato delle composizioni raveliane “Soupir” (dai tre Poèmes de Mallarmé) e “Là-bas, vers l’église” (dalle cinque Mélodies Populaires Grècques,), fino a “Random Weather”, brano originale di Bang che conduce il clima espressivo a una immediatezza tratteggiata con gusto sofisticato, in equilibrio tra un jazz levigato e ricercate atmosfere di segno popular. Un carattere che cambia di nuovo con la successiva “Contagio”, composizione disegnata da una dimensione quasi vicina a un’orazione polifonica – grazie alle voci di Fulvia Gasperini, Camilla Serpieri, Miguel Angel Curti e Davide Uccellari – che ne segna la suggestione in un qualche modo idealmente e liturgicamente arcaica.
Un segno, quest’ultimo, che testimonia anche il clima nel quale questo lavoro è nato e si è sviluppato, vale a dire quello della pandemia che stiamo attraversando da più di un anno e che ha condizionato anche la genesi di questo disco che rappresenta, in un certo senso, la sublimazione della condizione contingente condivisa dal gruppo di musicisti impegnati in questo progetto.
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Una compagine che comprende, oltre gli stessi Zavalloni e Bang, Eivind Aarset (chitarra ed elettronica), Simone Graziano (pianoforte e Fender Rhodes), Cristiano Arcelli (autore degli arrangiamenti jazz, sax soprano e clarinetto basso), Francesco Ponticelli (contrabbasso), oltre al ClaraEnsemble, fondato e guidato dalla titolare dell’album e composto da Mattia Petrilli (flauto), Massimiliano Canneto e Federica Vignoni (violini), Riccardo Savinelli (viola), Luca Bacelli, (violoncello) e Leonora Armellini (pianoforte).
Un gruppo di musicisti che, nelle differenti declinazioni espresse dai vari brani, hanno contribuito a una sorta di lavoro corale, sostenendo la voce e l’estro compositivo e interpretativo della Zavalloni nelle diverse metamorfosi espressive di volta in volta evocate. Tra queste, una delle più riuscite ci è parsa il brano di Charles Ives “Serenity”, restituito in questa occasione attraverso un equilibrato intarsio tra la voce della stessa Zavalloni e un arrangiamento dal tratto efficacemente misurato.
Un dato che si può ritrovare, in una chiave ancora differente, nell’ulteriore mutazione stilistico-espressiva affidata al brano eponimo che chiude questo album, realizzato grazie al contributo del Mibact (oggi MiC, Ministero della Cultura) per la diffusione della musica jazzistica italiana, e dedicato da Cristina Zavalloni alla memoria della trombettista olandese Sanne van Hek, prematuramente scomparsa nell’aprile dello scorso anno.