La Giornata Europea della Musica Antica / Early Music Day è stata istituita nel 2013 e da allora il 21 marzo, data della nascita di Johann Sebastian Bach e dell’entrata ufficiale della primavera dopo l’equinozio, si celebra il patrimonio millenario dell’arte musicale dei diversi paesi d’Europa.
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Nel corso degli anni la manifestazione ha coinvolto sempre più associazioni e musicisti, ed è la seconda volta che viene celebrata online in condizioni particolari a causa della pandemia. Lo scorso anno, all’inizio dell’emergenza sanitaria, durante la Giornata riorganizzata in fretta e furia, sono stati trasmessi numerosi concerti, prevalentemente attraverso Facebook, sia registrati in precedenza che improvvisati anche da singoli musicisti nelle proprie abitazioni.
L’organizzatore e coordinatore della Giornata è il Réseau Européen de Musique Ancienne (REMA), costituito nel 2000 presso il Centre Culturel de Rencontre d’Ambronay, che rimane la sua sede sociale, mentre il suo ufficio si trova oggi presso il Centre de Musique Baroque de Versailles.
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Ogni anno il REMA individua in un musicista il ruolo simbolico di ambasciatore della Giornata e per quella del 2021 è stata scelta Olga Pashchenko, l’eclettica virtuosa russa che si muove agevolmente tra differenti tipologie di tastiere storiche, dal clavicembalo al fortepiano, e dall’organo al pianoforte. Nata a Mosca nel 1986, dopo aver completato gli studi musicali nella città natale, e quelli universitari di linguistica, l’artista si è perfezionata ad Amsterdam per lo studio del cembalo e del fortepiano, strumento del quale è recentemente divenuta docente nel Conservatorio della capitale olandese.
«La Giornata della Musica Antica celebra il nostro modo di vivere e i nostri sogni di suoi interpreti e ascoltatori».
«La Giornata della Musica Antica – ha spiegato Pashchenko – celebra il nostro modo di vivere e i nostri sogni di suoi interpreti e ascoltatori. Essa celebra anche il nostro approccio: tentare di comprendere le fonti e le intenzioni deli compositori, e di inquadrarli nel contesto storico, con l’animo e le emozioni di interpreti del XXI secolo. Per me è una gioia e un onore essere stata scelta dal REMA come ambasciatrice in quest’epoca di incertezza globale. Sono onorata di promuovere le differenti sonorità degli strumenti d’epoca, e di incoraggiare a ritrovare le nostre forze, così come la musica antica ispira il suo potere ristoratore nella nostra vita».
Nel quadro delle attività del REMA, l’Early Music Day è un evento particolarmente importante, come ha ricordato il suo presidente, Albert Edelman.
«Allo scattare del lockdown – ha spiegato Edelman – lo scorso anno eravamo impreparati e abbiamo reagito cercando di fare comunque qualcosa, anche suonando da casa per dare un senso di partecipazione. Ora un anno dopo, ci rendiamo conto di quanto abbiamo sofferto, perché tutte le manifestazioni artistiche e culturali hanno risentito enormemente della pandemia. Ci chiediamo se i nuovi formati di concerti online avranno un seguito, e se il pubblico avrà voglia si seguire gli eventi a distanza. Stiamo cercando di capire se e cosa funziona attraverso lo schermo».
«Stiamo cercando di capire se e cosa funziona attraverso lo schermo».
«Comunque a distanza di un anno abbiamo maturato molta esperienza e stiamo finendo di comporre un programma pensato come un Festival. Avremo diversi concerti durante la giornata e ci sarà una bella varietà di musiche da diversi parti d’Europa e non soltanto. Ci sarà un concerto ogni ora, con la collaborazione di associazioni ed enti diversi, e molto altro».
«La Giornata – continua Edelman – è molto importante per mostrare la vitalità e la varietà della storia e della vita musicale europea. C’è molto lavoro dietro ogni produzione di musica antica. Il pubblico magari rimane soddisfatto di una bella performance, ma non sa quanta attività di ricerca ci sia, e i dubbi e le domande che si pongono i musicisti che vi si dedicano con passione e competenza».
«Di questi tempi siamo tutti più fragili e i musicisti sono in estrema difficoltà, ma penso sia molto importante capire il punto di vista del pubblico, per rendere ancora più intensa l’esperienza dell’ascolto. Gli ensemble e i musicisti sono ancora lì e hanno bisogno di sostegno per proseguire la loro attività e tornare a suonare davanti al pubblico. Ma va ricordato che oltre alle proposte programmate per tempo, anche per poter sfruttare le potenzialità del web, ci saranno contributi informali e spontanei e delle sorprese dell’ultimo minuto. L’Early Music Day è fatto anche di questo».
Da quest’anno il REMA ha scelto di chiamare la celebrazione semplicemente Early Music Day per sottolineare che la partecipazione all’evento abbraccia uno spazio geografico che va ben oltre i confini dell’Europa, coinvolgendo proposte che arrivano da diversi continenti. A questo proposito segnaliamo un’anteprima che sarà online il 19 marzo alle ore 19.30, offerta dall’ensemble Seven Times Salt, attivo a Boston, negli USA, che presenterà un programma dedicato alla antologia tascabile The Dancing Master stampata a Londra da John Playford nel 1651. Questa, la prima di una lunga e fortunata serie di edizioni, contiene un centinaio di semplici melodie con le relative essenziali istruzioni per eseguire le coreografie delle country dances più diffuse all’epoca, anche se nella avvertenza allo “Ingenious Reader” Playford si rivolgeva sostanzialmente ai giovani gentiluomini degli “Innes of Court” londinesi, gli alloggi dove gli avvocati risiedevano, facevano praticantato ed esercitavano la loro professione.
Dagli Stati Uniti arriva anche la proposta dell’ensemble Les Delices, che dedica il suo programma ad alcune compositrici francesi del XVII e XVIII secolo, come Julie Pinel ed Elisabeth Jacquet de la Guerre, e sempre dall’America del Nord, all’interno della programmazione del 21 marzo, l’Ensemble Scholastica, costituito a Montréal da musiciste canadesi e specializzato nella esecuzione della musica medievale, presenterà alle ore 17 un programma dedicato al codice iberico di Las Huelgas.
Tra le proposte inglesi una delle più originali è quella dell’ensemble di musica medievale The Telling, specializzato nella mise en espace di concerti alla ricerca di atmosfere che coinvolgano l’ascoltatore e spettatore attraverso la narrazione in una dimensione teatrale. In occasione della Giornata sarà possibile vedere due recenti filmati che sono un adattamento dei rispettivi concerti-spettacolo, il primo dedicato a Ildegarda di Bingen, e il secondo alla più famosa fra le trobairitz. Quest’ultimo intitolato Unsung Heroine: the imagined life and love of troubadour Countess Beatriz de Dia è stato concepito da Clare Norburn come una vida reiventata, sospesa tra il passato e il presente alla ricerca dell’essenza della fin amor sulla base della splendida canzone “A chantar”.
«È il primo lavoro che ho scritto nel 2010 e in quel momento non sapevo che avrei proseguito in questa direzione», ha spiegato Norburn. «Amo molto il repertorio trovadorico, ma in Inghilterra non è abbastanza conosciuto. Il fatto è che è molto codificato e non è facile comprendere tutti i suoi molteplici riferimenti, così ho cercato di renderlo accessibile anche in senso non accademico, per comunicare i suoi contenuti attraverso una forma di drammaturgia moderna. Quando ho cominciato non avevo mai fatto nulla del genere, e ho cercato di creare un “concert-play”, metà musica e metà teatro. Ho immaginato la famiglia di Beatriz de Dia, la sua maniera di comporre, il lavoro di improvvisazione da cui nasceva la sua poesia, e quei processi che caratterizzano il lavoro artistico anche degli autori di oggi. In questo modo mi auguro che il pubblico possa entrare in sintonia con questa cultura musicale, perché in effetti sappiamo pochissimo di lei. Così ho pensato di provare a ricreare il mondo che la circondava, a partire dalla figura di un marito sposato in giovanissima età, e dell’amante. Naturalmente è tutto immaginario, ma ho preso spunti dalla vita delle donne dell’epoca, attribuendole una relazione con il trovatore Raimbaut d’Aurenga, e alla fine la canzone A chantar arriva come una spiegazione del motivo che la spinse a crearla».
Tra le proposte italiane risalta quella veronese della più famosa opera di Purcell che sarà diretta da Giulio Prandi. «La Fondazione Arena di Verona – ha spiegato – mi ha invitato a dirigere Dido & Aeneas e inizieremo le prove il 3 marzo, poi l’opera verrà eseguita qualche giorno prima e verrà trasmessa il 28 marzo alle ore 15. La sfida che sto provando a realizzare è quella di portare un’orchestra moderna come quella di Verona a suonare Purcell avvicinandosi il più possibile alla natura di questa musica. È qualcosa che mi stimola molto, e lavoriamo quasi quotidianamente per la sua realizzazione. C’è molta attenzione verso questa produzione e sono felice che la Fondazione abbia aderito alla Giornata della musica antica. Lavoreremo nel Teatro Filarmonico che è una sala storica stupenda. Hanno messo insieme un bellissimo cast, anche con il mio aiuto, con cantanti che hanno molto esperienza in questo repertorio e in questi specifici ruoli, ed è abbastanza omogeneo anche per età, perché sono tutti sotto i quarant’anni. Il regista Stefano Monti sta lavorando per cercare di trasformare la limitazione della mancanza del pubblico in una risorsa utilizzando come spazio scenico anche il resto della sala e non solo il palco. Naturalmente tutti ci auguriamo di poter tornare presto ad avere il pubblico in sala, tuttavia la necessità dello streaming, ci spinge ad utilizzare lo spazio in un modo più creativo».
«Abbiamo pensato di accostarla – continua Prandi – a una cantata di Jommelli, Didone abbandonata, nella quale la voce narrante racconta la vicenda nella sua versione mitologica. Questo confronto mette in evidenza la versione scarna e umanizzante di Purcell, straordinaria sotto diversi punti di vista. Il tema della solitudine si manifesta anche nel duetto di addio fra Didone ed Enea, che sembra costituito da due arie sovrapposte nelle quali i due protagonisti parlano ma non si ascoltano. La solitudine è un tema della contemporaneità, e anche il tema di una donna al potere è attuale e fa riflettere. Le donne hanno spesso potuto assurgere a ruoli importanti soltanto mettendo se stesse da parte».
Un ensemble che si è recentemente formato nella capitale italiana, Furiosi Affetti - Orchestra Barocca di Roma, presenterà musiche di Francesco Manfredini e Valentin Roeser, nella qualità di virtuosi attivi presso la corte del principe di Monaco, e da Napoli, l’ensemble vocale De Labyrintho diretto da Walter Testolin ricorderà i cinquecento anni dalla scomparsa del grande compositore franco-fiammingo Josquin Desprez.
«Siamo stati invitati dalla Fondazione Pietà dei Turchini per eseguire – spiega Testolin – un concerto programmato appositamente per la Giornata. Abbiamo pensato di proporre il mottetto Miserere mei Deus scritto su commissione di Ercole d’Este, che in un certo senso rappresenta un legame indiretto tra Josquin e Napoli. Quando Ercole era ancora quattordicenne fu allontanato dalla corte ferrarese per questioni di successione. All’epoca il duca era suo fratello Borso, e il ragazzo venne allontanato per metterlo al sicuro, e rimase a Napoli circa vent’anni. Probabilmente alcuni caratteri della sua religiosità derivano proprio dalla frequentazione della corte aragonese. Uno dei riti più famosi della corte di Ercole, era la lavanda dei piedi ai poveri, e la musica reservata di questo mottetto legato alla Settimana Santa, il quinto dei sette salmi penitenziali, è una composizione molto complessa».
«Eseguiremo anche la messa più lunga e articolata di Josquin, una sorta di monumento, l’Homme armé super voces musicales scritta durante il suo periodo romano, probabilmente in relazione al tentativo di Innocenzo VIII di indire una nuova crociata. E infine il mottetto Inviolata integra et casta, secondo alcuni scritto a Ferrara, che al contrario degli accenti tragici del Miserere, e drammatici della Messa, soprattutto nell’Agnus Dei, è di una grande serenità e trasparenza».
«Il concerto non sarà eseguito in diretta, ma nello streaming della registrazione che faremo la mattina del 21 marzo, che della Messa presenterà solo il Kyrie e l’Agnus, per contenere il concerto entro i tempi dettati dagli organizzatori della Giornata».
Questa è solo una piccolissima parte di quello che si potrà ascoltare sia il 21 marzo che nei giorni immediatamente precedenti e seguenti. La situazione della pandemia ha spinto gli organizzatori a includere nel programma per la prima volta anche un festival online, ma questo è soltanto una piccola parte di una moltitudine di attività, che compende anche conferenze, masterclass, e performance di vario genere, perché l’Early Music Day è pensato per coinvolgere il maggior numero possibile di persone.
A questo proposito sul sito sono presenti le istruzioni su come promuovere e iscrivere la propria iniziativa, e gli eventi saranno diffusi sui differenti social media, con hashtag #earlymusicday, #earlymusicday2021 (Facebook: @EarlyMusicDay, Instagram: @earlymusicnetwork) e naturalmente sul sito ufficiale dove il programma in costante aggiornamento dimostra che la voglia di fare e ascoltare musica ora è più forte che mai.