Tra le realtà che in Italia si stanno dedicando con interessanti risultati a quella che essi stesso definiscono una «ricerca, attraverso suoni, parole e immagini anomale, nel campo dei fenomeni naturali e culturali, degli stati dell'essere e delle scienze», il progetto Canti Magnetici – nato (dapprima come tape label, ora anche in cd, oltre che ovviamente in digitale) dai sound artists pugliesi Donato Epiro, Andrea Penso e Gaspare Sammartano – mi sembra stia riuscendo in modo convincente a far dialogare livelli complessi di senso, in cui il suono si fa strumento di indagine di geografie, paesaggi, tracce, luoghi e presenze spirituali.
Le produzioni più recenti lo testimoniano con grande vivacità espressiva, a partire dalle uscite del 2020: i lavori di Giovanni Di Domenico e di Marco Paltrinieri esplorano linguaggi e ipotesi molti differenti, ma in un qualche modo dialoganti tra loro.
Affidando quattro composizioni al solo pianoforte, Di Domenico si muove sul terreno di un’iteratività minimalista ariosa e sempre aperta a risonanze e increspature che restituiscono spesso – come nel caso della splendida terza sezione – il genius loci dello studio sulle montagne giapponesi in cui ha lavorato con il supporto di Jim O'Rourke.
ISASOLO, questo il nome del disco, è un progetto di grande fascino meditativo, che attraversa differenti “stati”, come una materia in cui la natura armonica e percussiva dello strumento evolvono e rimbalzano a plasmare forme sempre nuove.
Si muove invece tra spoken words e field recordings il debutto elettroacustico di Marco Paltrinieri, The Weaver, che in sei movimenti evoca i ricordi di una creatura appartenente a un mondo in cui i confini tra realtà e finzione, spazio psichico e paesaggio, non hanno più significato.
Se tra le fonti di ispirazioni Paltrinieri cita Pierre Henry e Luc Ferrari, ma anche Robert Ashley, mi sembra che il lavoro funzioni bene soprattutto nei momenti in cui elementi apparentemente poco familiari – come sibili, incrinature, scarti – si pongono in un’inquietante posizione dialettica con la narrazione e, cogliendone gli aspetti di non linearità, si trovano a risuonare in modo più significativo delle voci e delle parole, quasi che l’indicibile abbia trovato una definitiva chiave per rendere instabile il flusso verbale.
Molto intriganti anche i due lavori in uscita a febbraio e già disponibili in pre-order.
Il debutto di Devid Ciampalini, Sorgente, parte dal paesaggio e dai corsi d’acqua della Garfagnana e, attraverso un riprocessamento quasi medianico del materiale registrato, si pone all’ascolto di tracce dal passato.
Evocando gli esperimenti di metafonia di Marcello Bacci, il lavoro di Ciampalini induce a pareidolie affascinanti, memori di una certa “hauntologia” weird Britain, ma anche innervate da bagliori sintetici che sembrano provenire da antiche astronavi sepolte chissà dove.
Decisamente promettente.
Il nuovo lavoro di Gaspare Sammartano ha come oggetto il progetto infrastrutturale tra il porto e la città di Taranto, visto nel suo fallimento e nella sua disgregazione fisica che dà spazio alle autonomie delle presenze naturali che abitano quegli spazi.
L’atmosfera di questo Waterfront è scura, ma non angosciante: utilizzando walkman, campionatore, nastri e vari materiali analogici, l’artista monta i suoni come un bambino che mette sassi sbilanciati uno sopra l’altro, meticolosamente, sempre con il rischio che tutto crolli, ma facendo oscillare la struttura con una bellezza arcana, in cui il mare sembra evocare metalli e fumi, ma dove si avverte una vibrante vitalità.
Un progetto, Campi Magnetici, da seguire nelle sue varie sfaccettature, che comprendono un “giornale” online e, fresca fresca, una retrospettiva sui suoni freak folk/drone in Italia fra il 2005 e il 2010 in cui troviamo nomi come Maurizio Abate Fabio Orsi e Valerio Cosi, Davide Vanzan, Virginia Genta e lo stesso Epiro.
Canti Magnetici · STRANI FIORI: Italian freak folk, psych and drone music 2005 - 2010