Lo Yin e lo Yang di Ana Roxanne
In Because of a Flower la produttrice statunitense mette a nudo con grazia la propria identità
Ciò che si ascolta nel secondo lavoro della produttrice statunitense Ana Roxanne, figlia d’immigrati filippini, ha consistenza fluida: riflesso musicale della sua identità di genere, dal 2018 dichiaratamente intersessuale. Una condizione espressa qui preliminarmente leggendo passi dagli scritti di Lao Tzu – padre fondatore del Taoismo – sull’armonico equilibrio fra Yin e Yang, anche se in “Untitiled” la voce viene deformata, moltiplicata e sovrapposta, evocando gli esperimenti di Steve Reich e Joan La Barbara.
La componente avant-garde del profilo artistico di Ana Roxanne si deve al percorso formativo seguito presso il prestigioso Mills College di Oakland, in California, ma insieme a essa vanno considerate altre fonti d’ispirazione: l’esperienza giovanile di canto corale in chiesa, lo studio della tradizione classica dell’Indostan, l’ammessa influenza delle composizioni mistiche di Alice Coltrane e persino il karaoke domestico su basi R&B durante l’infanzia, di cui era conseguenza nel precedente ~ ~ ~ (registrato nel 2015, pubblicato autonomamente nel 2017 e reso infine maggiormente reperibile per mezzo di una ristampa datata 2019) un’astratta versione di “I’m Every Woman”, standard di Ashford & Simpson portato al successo da Chaka Khan. Quest’ultima dimensione è rappresentata nella circostanza da “Camille”: traccia scandita da una garbata cadenza di batteria elettronica (stile electro-pop anni Ottanta) e articolata in un’aggraziata melodia vocale, con un tocco squisito di esotismo costituito da inserti di dialoghi in francese dalla probabile origine cinematografica.
È questa la porta d’accesso più agevole a un disco che altrove si concede in maniera meno estroversa, eppure ugualmente ammaliante: ad esempio in “A Study of Vastness”, dove l’armonia della voce in sospensione dentro un’impalpabile soluzione di ambient minimalista ricorda nelle forme il trattamento di Julia Holter sul sempreverde “Hello Stranger”, oppure in “Suite pour l’Invisibile”, costruito intorno a un mesto arpeggio di chitarra sul quale la protagonista aleggia con levità angelicale.
Le parole pronunciate sono sovente inintelligibili e soltanto a tratti affiorano significati nitidi: accade in particolare negli episodi conclusivi, dall’implicita natura confidenziale. Ecco allora “Venus”: “L’acqua si muove da una forma all’altra con fluidità”, recita Roxanne fra pigri sciabordii d’onde, per poi intonare un programmatico “Devo restare fedele alla parte di me che non può essere trattenuta”. E in chiusura, riecheggiando il titolo dell’opera, arriva l’invito a “conservare la spina e lasciare la rosa” attraverso un brano segnato a metà strada dall’inopinata citazione – tramite vinile frusciante – degli accordi al pianoforte dell’"Ave Maria” di Gounod.
Dissimulando lo slancio trascendente dietro un’apparenza di diafana timidezza, Because of a Flower rivela in controluce il talento non comune dell’autrice, affine per sensibilità a colleghe come Julianna Barwick e Grouper.