Voce e storie di Eleonora Bordonaro

Motivi ferma di Eleonora Bordonaro (Finisterre) conferma il talento della cantante siciliana

Eleonora Bordonaro - Moviti Ferma
Disco
world
Eleonora Bordonaro
Moviti ferma
Finisterre
2020

Una voce che, giocando un po’ con le assonanze tra le parole, potremmo definire luminosa e numinosa: gonfia di luce, dunque (ma di quella luce abbagliante da Sud che nasconde anche lacerti di oscurità, come quella che si incista negli spazi tra le pietre dei muri a secco), e numinosa, perché “abitata da un numen”, un principio del sacro e dello spirituale inebriato di forza, entusiasta, e dunque “con un dio dentro”, sempre rispettando l’etimologia. Eleonora Bordonaro è una di quelle creature musicali che riescono a danzare sull’orlo del precipizio senza mai smarrire il passo e la leggerezza: è una cantante folk sanguigna e terrigna che può concedersi il lusso di una battuta in levare che più reggae non si potrebbe, di procedere nel creare le proprie canzoni come se fosse una cantastorie di duecento anni fa e una sciamana di un futuro che ci sarà, e sarà vivibile, se il discorso sulle “radici” non sarà solo un alibi per le proprie insicurezze che gonfiano smisurati ego infragiliti nel rancore. 

Nel nuovo Moviti ferma trovate morsi di rumba, sferze di marranzano accoppiate a basso e trombone, i veterani Lautari che definiscono lo sfondo musicale per un  brano che recupera la memoria di Horcynus Orca di Stefano d’Arrigo, la nostra Odissea dimenticata degli anni Settanta, un paio di compagini brasiliane a sfiorare una melodia bahiana cantata nel dialetto gallo-italico di San Fratello nel messinese, il “lombardo di Sicilia”, ancora vivo dopo mille anni, e ispirato all’opera di Saro Nievski, «ultimo paladino degli ultimi di Catania», come spiega la stessa Bordonaro. Si sarà capito: questo è un disco palpitante e imprendibile, che potete lasciar scorrere anche come mero piacere delle orecchie. Saranno sorprese e guizzi e scoperte progressive. 

Ad approfondire, ci troverete mille storie di una storia vissuta dalla parte di una femmina etnea consapevole e orgogliosa, bruciante e riflessiva assieme. Perché le due caratteristiche possono ben stare assieme. «È un disco corale, la cui ispirazione è condivisa. Generato dalla necessità di sentirsi parte di un mondo affettuoso.“È un racconto individuale reso possibile dal sostegno di una collettività, che ne rappresenta forza e paesaggio. È un pensiero alla mia generazione che è andata via credendo di essere libera di scegliere il proprio mondo. Si è ritrovata spezzata per sempre. Perché chi è libero lo è anche di tornare». 

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