Brexit, la protesta dei direttori inglesi da Rattle alla #brexitbreakdance
Simon Rattle esprime preoccupazione per le orchestre del Regno Unito, mentre Duncan Ward protesta ballando una breakdance mentre dirige
La Brexit è ormai cosa fatta ma continuano le prese di posizione di esponenti del mondo musicale britannico contro la tendenza isolazionista del paese.
L’industria musicale britannica contro la Brexit
Mentre John Eliot Gardiner ha già espresso il suo pensiero mesi fa e Andrew Manze ha scelto da poco di prendere la cittadinanza svedese per restare cittadino della UE, Simon Rattle unisce la propria voce al coro di chi di dice preoccupato per il destino delle orchestre nel proprio paese.
In una intervista al network informativo France 24 Rattle prevede difficoltà per i tour delle orchestre britanniche nei paesi della UE: «Le difficoltà pratiche saranno immense perché non è stato pianificato nulla per la Brexit. Ogni volta che chiediamo cosa succederà nel trasporto di strumenti musicali da un paese a un altro, la risposta è sempre la stessa: "Mi dispiace! Non ne ho idea!"».
«Ogni volta che chiediamo cosa succederà nel trasporto di strumenti musicali da un paese a un altro, la risposta è sempre la stessa: "Mi dispiace! Non ne ho idea!"»
Con la London Symphony Orchestra, di cui è direttore principale, Rattle sarà al Festival di Aix-en-Provence in luglio e anticipa: «Abbiamo tre o quattro piani di emergenza per ogni tour ora. […] Se tutti gli strumenti devono subire una ispezione diventerà impossibile passare da un paese a un altro». Per il disbrigo delle procedure doganali ci possono volere anche 15 ore mediamente «che significa che la nostra vita in tour sarà completamente diversa».
Problemi pratici a parte, Simon Rattle, che è sposato in seconde nozze con il mezzosoprano ceco Magdalena Kožená, tocca un tasto personale: «I miei figli sono europei, abbiamo vissuto in Germania, tutti noi ci aspettavamo di avere vite da europei» e aggiunge mestamente: «Sarà più facile per i miei figli entrare e uscire dall’Europa di quanto non lo sia per me».
La sola consolazione del restare a capo dell’orchestra londinese («un’orchestra europea fin dalla fondazione 100 anni fa», dice Rattle) è la prospettiva di una nuova sede per l’orchestra nel futuro London Centre for Music, la cui costruzione è ritardata da problemi nel progetto e da difficoltà a mettere insieme la somma prevista di 297 milioni di euro per la sua costruzione.
Se Simon Rattle esprime a parole la sua preoccupazione, più singolare la protesta di un altro direttore britannico, il giovane Duncan Ward. Sul podio della Gürzenich Orchester a Colonia dirigendo la Suite da Les Indes galantes di Rameau, il direttore si è lanciato in una breakdance. «Dopo essere apparso con una palla di metallo al piede trasportando la Union Jack [la bandiera britannica] per l'Air pour les esclaves, che apre la Suite, mi sono successivamente liberato dal peso e dall'imbarazzo di essere inglese nell'Air des Sauvages» ha spiegato Ward nella sua pagina Facebook.
#Brexit Breakdance protest whilst conducting Rameau Les Indes Galantes...breaking free from the newfound shackles, burden & embarrassment of being British! @koelnmusik @guerzenichorch #BrexitDay #brexitbreakdance pic.twitter.com/Q2DQDQjOEA
— Duncan Ward (@DuncanWardMusic) January 31, 2020
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