Il Falstaff divertente e bonario di Luca Salsi

Bel successo per il baritono che ha debuttato nel ruolo verdiano al Municipale di Piacenza

Falstaff
Falstaff
Recensione
classica
Teatro Municipale di Piacenza
Falstaff
24 Gennaio 2020 - 26 Gennaio 2020

È un Sir John Falstaff divertente e bonario quello proposto l’altra sera da Luca Salsi, al suo debutto nel ruolo verdiano sul palcoscenico del teatro Municipale di Piacenza in occasione di questo nuovo allestimento che la fondazione piacentina ha realizzato in coproduzione con il teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena e il teatro Valli di Reggio Emilia.

La vicenda shakespeariana è stata calata in un’ambientazione segnata dalla cifra misurata e lineare voluta dalla lettura del piacentino Leonardo Lidi, regista attivo nell’ambito del teatro di prosa e che firma per la prima volta in questa occasione la regia di un’opera lirica. Due grandi volumi geometrici, scorrendo l’uno dentro l’altro, definisco le ambientazioni, rispettivamente, dell'Osteria della Giarrettiera e della casa di Ford, riuscendo a contestualizzare in maniera funzionale l’azione che scorre fluida tra il primo e il secondo atto. Un poco meno efficace il terzo atto, il cui primo quadro si svolge su una scena sostanzialmente spoglia ma che si ravviva con il passaggio al parco di Windsor con l’apparizione della grande quercia di Herne, qui imponete, bianca e stilizzata presenza scenica che accompagna l’intreccio fino alla sua conclusione.

Ad abitare questo impianto drammaturgico – le scene sono di Emanuele Sinisi, belli i costumi di Valeria Donata Bettella, Riccardo Buscarini è assistente alla regia – oltre ad alcuni mimi che contribuiscono a completare i movimenti scenici nel complesso funzionali alla narrazione, troviamo quindi i protagonisti della vicenda, a partire proprio da Luca Salsi che restituisce al ruolo eponimo un carattere non troppo sfaccettato ma decisamente ben delineato nel tratto vocale sempre sicuro ed espressivo. Un Falstaff bonaccione, insomma, tutto sommato neanche troppo scornato dai ripetuti sfottò al quale è soggetto, intento piuttosto a fare di necessità virtù, forte di un buonumore che, in fondo, non lo abbandona neppure dopo il tuffo nel Tamigi. Una caratterizzazione, quella data al suo personaggio da Salsi, che conferma la propria coerenza ed efficacia anche nei passaggi più scoperti, da “Quand'ero paggio...” fino al conclusivo “Tutto nel mondo è burla”.

Attorno a questo protagonista si muovono con efficace naturalezza il Ford solido ed elegante di Vladimir Stoyanov, il Fenton misuratamente sentimentale di Marco Ciaponi, il Cajus di Luca Casalin, e la ben assortita coppia Bardolfo (Marcello Nardis) e Pistola (Graziano Dallavalle). Bella prova anche da parte delle allegre comari, a partire da Serena Gamberoni nei panni di una Alice elegante nel fraseggio e nel tratteggio del personaggio, così come Giuliana Gianfaldoni, una Nannetta efficacemente espressiva, oltre alle adeguate Rossana Rinaldi (Mrs. Quickly) e Florentina Soare (Mrs. Meg Page). Il dato musicale è stato gestito con impegno da Jordi Bernàcer, la cui lettura ha guidato una reattiva Orchestra dell'Emilia-Romagna Arturo Toscanini e un Coro del teatro Municipale di Piacenza ben preparato da Corrado Casati, in un tracciato a tratti segnato da alcuni passaggi poco omogenei tra buca e palcoscenico, tenendo comunque nel complesso un passo adeguato fino alla fuga finale.

Convinti e calorosi gli applausi rivolti a tutti gli artisti impegnati da parte del pubblico che riempiva il teatro in occasione della “prima” di venerdì scorso, serata coronata da un bel successo personale per  Luca Salsi.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.