Carmen in Oman: la nuova stagione della Royal Opera House di Muscat
Opere, balletti e concerti sinfonici, vocali, rock ed etnici in una stagione molto varia, la sola a proporre l’opera ai massimi livelli qualitativi al pubblico di un paese arabo
In nemmeno dieci anni di attività la Royal Opera House di Muscat ha fatto passi da gigante, tanto da essere stata inserita nella top ten dei teatri d’opera. Il sovrintendente-direttore artistico Umberto Fanni ha ora annunciato il programma della stagione 2019-2020, che colpisce per la sua varietà: ai titoli operistici – che sono dieci, più o meno come nelle stagioni delle fondazioni liriche italiane –si aggiungono infatti balletti e concerti di musica classica, pop ed etnica, per un totale di oltre cento aperture di sipario, cioè praticamente un giorno sì e uno no, se si considera che il teatro è necessariamente chiuso per il mese Ramadan e poi durante i mesi estivi. Quest’anno la stagione comincia l’11 settembre con Carmen, in un allestimento del Teatro Colón di Buenos Aires, con Antonello Allemandi sul podio, le danze della Compagnia Antonio Gades e un cast di prim’ordine: Elena Maximova, Anita Hartig, José Cura e George Petean. Tra una recita e l’altra dell’opera di Bizet l’orchestra e il coro argentini eseguiranno la Nona Sinfonia di Beethoven sotto la direzione di Cura, ormai lanciatissimo anche come direttore d’orchestra, sulle orme di Domingo e di altri cantanti che si dividono tra podio e palcoscenico.
Nemmeno una settimana dopo arriva la Filarmonica della Scala per due concerti diretti da Myung Whun Chung con la partecipazione del pianista Alexander Romanovsky. L’opera successiva è La Bohème, una coproduzione tra il teatro omanita e l’Opéra di Montecarlo, con la regia di Jean-Luis Grinda e la direzione di Stefano Finzi, protagonisti Irina Lungu e Celso Abelo. Nel repertorio italiano spicca Anna Bolena in un allestimento di Stefano Mazzonis di Palafrera proveniente da Liegi, con Giampaolo Bisanti sul podio e un cast strepitoso: Olga Peretyatko, Ewin Schrott e Maxim Mironov. E ancora L’inganno felice, nell’ambito di una collaborazione col ROF di Pesaro che prevede la rappresentazione delle cinque farse di Rossini in cinque anni, e L’elisir d’amore in una produzione Teatro Sociale di Como-Aslico. Questi ultimi due titoli, insieme a L’enfant et les sortilèges rappresentato dall’Opéra National di Lione, fanno parte del settore “Opere per le famiglie”, volto a conquistare un nuovo e più ampio pubblico. Ci sono anche la novità assoluta Tarh el Bahr- I tesori del mare di Monir Elweseimy, un esperimento tutto da scoprire di opera araba, e lo spettacolare musical indiano Mughal-E-Azam.
Un posto particolare nella stagione l’ha Il flauto magico, per due motivi: è una produzione propria della ROH Muscat, che fino a ieri importava in blocco opere prodotte altrove, ed è ambientato dal regista Davide Livermore proprio in Oman. Nel cast Alina Shagimuratova, Antonio Poli e Markus Werba. Da Mosca arriva il Bolshoi per rappresentare La storia di Kai e Gerda del settantottenne Sergej Banevič, praticamente sconosciuta fuori dalla Russia. Inoltre il teatro russo offrirà un concerto sinfonico-corale.
Qualche mese dopo arriverà anche il Balletto del Bolshoi per rappresentare l’Oneghin, che è il piatto forte di un succulento programma di danza, in cui figurano Tenochtitlan di Puebla dal Messico, Che Malambo dall’Argentina, il Balletto Nazionale della Georgia, Zorba il Greco con il Cairo Opera Ballet, con il National Ballet of China Lo schiaccianoci e altro ancora.
Non proviamo nemmeno ad elencare tutti i concerti e gli spettacoli con alcuni dei nomi più rappresentativi della musica araba, come Marcel Khalife e Samira Said. E poi – citando alla rinfusa – Gianandrea Noseda con la London Symphony, Chick Corea con un’orchestra sinfonica, un recital di Leo Nucci, i tamburi giapponesi Kodo e tanto altro.
Una stagione fatta per rafforzare il radicamento dell’opera in un paese che fino a qualche anno fa ne era lontanissimo e più in generale per proporre un ampio ventaglio di generi musicali in grado di soddisfare il pubblico omanita e i turisti che sempre più numerosi stanno scoprendo questo paese.
Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche
Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta tra attività di rete, promozione culturale e valorizzazione del territorio
Il 27 novembre Simon Boccanegra inaugura la Stagione 2024-25 dell’Opera di Roma