Duo Bottasso, oltre il folk progressivo
Biserta e altre storie, con Simone Sims Longo, certifica il salto in avanti creativo di Nicolò e Simone Bottasso
Ci sono crescite musicali che si misurano sull'arco lungo dei decenni: poetiche che hanno bisogno di messe a fuoco progressive sui tempi lunghi che alla fine consegnano lavori definitivi. O lasciano messe d'appunti per il futuro. Si pensi a musicisti di campi diversi come Charles Mingus e il suo “Epitaph”, o a Robert Wyatt nel mondo del più sofisticato e sofferto art rock.
Ci sono però anche musicisti giovani e motivati che sembrano guizzare come pesci esperti nel mare mosso della contemporaneità più pervasiva e cogente: accettano la sfida perché la sfida è lo stesso agire cercando di dare un senso a quanto si fa. I fratelli Nicolò e Simone Bottasso sono stati troppo presto ascritti nella facile catalogazione del “folk progressivo”. Hanno suscitato interesse sincero già al primo lavoro, ma già quando incidevano il primo disco le ife della sperimentazione, la voglia di annusare e tentare altro ramificavano carsicamente appena sotto la crosta dei richiami alla tradizione.
E le esperienze cercate e affrontate con musicisti provenienti dai bordi più aguzzi e trasversali della musica sono lì a testimoniarlo. Oggi il salto è deciso, secco, e, chiariamo subito, decisamente convincente. Nelle loro parole è un “uscire dalla propria comfort zone”, ed è un modo per descriversi che impressiona. Forzare la gabbia di quanto si suppone che una nicchia del mondo delle note si attende, gettare il cuore oltre l'ostacolo. Buone frequentazioni, orecchie attente, uno sguardo che è diventato europeo, e oltre, hanno fatto il resto. Ad esempio ha portato a questo notevole Biserta e altre storie, quattro quinti di musica e parole nate come colonna sonora per un documentario (Biserta. Storia a spirale), un quinto di guizzi creativi “altri” raccolti e fatti crescere durante la medesima esperienza, ma non finiti nella colonna sonora.
Biserta è, letteralmente, una “storia in musica”: si può seguire con le orecchie come con gli occhi si sfoglierebbe un libro illustrato e con figure che sbalzano fuori a “pop up”. Ci troverete violino, tromba, flicorno ed elettronica di Nicolò, organetto ed elettronica di Simone, e, ad avvolgere il tutto in una coltre di “soundscape” perfetto ( le voci raccolte, i rumori ambientali, il mare che frange) per la storia raccontata e elettronica e sound design di Simone Sims Longo. Altri apporti necessari arrivano dal tar, il piccolo cordofono simile al liuto nato nei territori che furono dell'impero persiano: lo imbraccia Reza Mirjalali, che firma lo splendido brano !Autumn!, e dalle voci del Kinder-und Jugendchor der Theater Chemnitz diretto da Pietro Numico, a rappresentare il desiderio di libertà e di amore dei quattro protagonisti della storia.
Siamo nel pieno degli esiti delle rivolte della “primavera araba” tradita, calpestata e lasciata a disseccarsi nell'odore acre dei lacrimogeni, anche per l'ignavia dell'Europa: c'è chi, come i salafiti, incita all'odio e alla violenza, chi vuole scappare da un mondo che non vuole far sviluppare la propria crisalide di libertà, e chi, come lo scrittore Mohamed, cerca di recuperare le ragioni della fratellanza. La musica scritta dal Duo Bottasso suggerisce, accompagna, sottolinea, lascia intravedere spiragli e squarci di possibilità. Resta in un equilibrio precario e danzante tra apporti mediorientali, ricordi folk, lampi jazz. Scorre imprendibile, e prende forma dal contesto, come l'acqua quando scorre tra sponde irregolari, ma salde.
Biserta e altre storie sarà presentato live a Torino, nell'ambito del Torino Fringe Festival, il prossimo 12 aprile (in collaborazione Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana).