Little Simz nella zona grigia
Grey Area è la prova della maturità per Little Simz, venticinquenne rapper originaria di Islington. Londra
Se ti chiami Simblatu “Simbi” Abisola Abiola Ajikawo e hai ambizioni artistiche, quella di un moniker è una scelta obbligata; per reazione te lo scegli corto, conciso: Little Simz, per l’appunto, è quello scelto dalla venticinquenne rapper di genitori nigeriani e originaria di Islington, quartiere nella parte settentrionale di Londra.
Con due album, una miriade di EP e la partecipazione al singolo Garage Palace dei Gorillaz alle spalle, Little Simz ritorna con queste dieci nuove canzoni che confermano il giudizio di Kendrick Lamar che ha parlato di lei come della miglior rapper oggi in circolazione.
“Lo dico col cuore e me ne frego di chi offendo”: se prima Little Simz era conosciuta per la sua introversione, il brano "Offence" che apre la raccolta mette subito in chiaro che la musica è cambiata, il tono è diverso e la rapper ha un approccio nuovo, totalmente diretto.
«Non vorranno mai ammettere che io sono la migliore qui per il semplice fatto che ho le ovaie».
Questo è un discorso vecchio, applicabile a tutti i campi lavorativi: si sa che le rapper devono lavorare molto di più dei loro corrispettivi maschi per ottenere il giusto riconoscimento e uscire da quella “zona grigia” dove ci sono le critiche positive ma non il successo mainstream.
Sia che parli della fine di un rapporto, come in "Sherbert Sunset", sia che chieda agli ascoltatori di immaginare di fare un giro per strada nelle scarpe di una giovane persona nera, come in "Pressure", Little Simz non ha paura di permeare i suoi versi con quell’onestà che è merce rare nel rap mainstream, passando dal jazz al soul e persino al punk, grazie alla produzione eclettica del suo vecchio amico Inflo.
"Selfish", col suo sapore old school, non sfigurerebbe in un disco di Lauryn Hill, mentre "Wounds" è intrisa di umori reggae grazie all’intervento vocale di Chronixx.
Gli altri collaboratori coinvolti sono Cleo Sol nel tenero ritornello di "Selfish", Little Dragon nella già citata "Pressure", una delle vette dell’album, e Michael Kiwanuka nella conclusiva Flowers, malinconica riflessione sulle vite degli idoli caduti (nello specifico Amy Winehouse) e su quale eredità Simz intende lasciare dietro di sé.
Fiera ma anche dolce e vulnerabile, Little Simz ha sempre resistito alle categorizzazioni ma, se proprio dovessimo riassumerla, useremmo anche noi le parole di Kendrick: she’s the illiest doing it right now.
Speriamo che il mondo se ne accorga.
«Sono sempre io ma a un altro livello» – tweet di Little Simz per presentare il nuovo album