West Side Story all'italiana

A Firenze il teatro del Maggio propone il capolavoro di Leonard Bernstein 

West Side Story
West Side Story
Recensione
classica
Firenze, Teatro del Maggio
West Side Story
13 Dicembre 2018 - 22 Dicembre 2018

Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino propone un musical dei più classici e certamente dei più noti e graditi anche al pubblico dell’opera, West Side Story, come spettacolo natalizio a molte repliche (sono infatti nove, fino al 22 dicembre), andato su ieri 13 dicembre. È un allestimento italiano del capolavoro di Leonard Bernstein, con la regìa di Federico Bellone qui ripresa da Chiara Vecchi, che ha già girato in alcuni dei nostri principali teatri, e il cui richiamo principale è costituito dalle meravigliose coreografie originali di Jerome Robbins (riprese da Fabrizio Angelini), e da un’ambientazione fedele, puntigliosamente anni Cinquanta, ma alleggerita dal piacevole gioco geometrico e modulare degli edifici, scale antiincendio e interni semoventi (scene di Hella Mombrini e Silvia Silvestri, costumi di Chiara Donato). Ma diremmo che i meriti dello spettacolo si fermano qui o quasi. Colpa di cosa ? Dell’effetto straniante, spiazzante, innaturale di liriche in inglese e parlati in italiano ? Del mediocre risultato della convivenza tra suoni amplificati in palcoscenico e non amplificati nella buca d’orchestra, con squilibri e incidenti che ci si augura si possano correggere nelle repliche ? Certo, e magari – facciamo un ipotesi - anche del fatto che quando devi selezionare un cast di gente che deve saper cantare, ballare e recitare, è possibile che non proprio tutti sappiano fare tutto (intendiamo dire farlo bene). Anzi diremmo che nella copiosa compagnia gli unici che sapessero fare tutte e tre le cose erano l’ottima Anita di Simona di Stefano, non a caso la più festeggiata dal pubblico, e dopo di lei il Riff di Giuseppe Verzicco, il capo dei Jets, e a loro aggiungiamo anche la simpatica e comunicativa Anybody di Giorgia Ferrara. Non a caso erano Anita e Riff a trascinare i due numeri meglio riusciti, per l’appunto il celeberrimo Americadi Anita e amiche, e il jazzistico Cool di Riff con i Jets, ma in generale hanno funzionato i numeri collettivi a forte impatto coreografico e ritmicamente innervati, come il Mambo in  palestra. È mancato invece il lato lirico e romantico della faccenda, quello che fa di West Side Story ciò che è, una geniale immersione nei bassifondi di New York di Giuliettae  Romeo, ed è mancato per una certa debolezza o scenica o canora dei Tony e Maria di  questo allestimento, Luca Giacomelli Ferrarini e Caterina Gabrieli, che però, vista la natura del loro impegno attoriale e vocale, erano anche quelli messi più a dura prova dagli squilibri sonori e dagli “spiazzamenti” di cui si diceva. Orchestra del Maggio così e così (eppure l’abbiamo sentita spesso eseguire bene o benissimo la suite che Bernstein ricavò dal musical), sul podio una bacchetta pur valente, Francesco Lanzillotta, che però non ci è sembrata particolarmente versata per il genere, teatro pienissimo, successo cortese ma non entusiasta.   

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.