SEEYOUSOUND – International Music Film Festival apre i cancelli al Cinema Massimo di Torino il 26 gennaio, con la sonorizzazione di Ingeborg Holm di Victor Sjöström a cura di Corrado Nuccini con Iosonouncane ed Enrico Gabrielli. La selezione di film, documentari e cortometraggi è ampia, e non possiamo che rimandare al programma ufficiale per scoprire tutto. Noi abbiamo scelto i 10 titoli da vedere assolutamente, tra classici, prèmiere e curiosità. Ecco la guida del giornale della musica al SEEYOUSOUND 2018.
1. American Valhalla
Uno dei film più attesi, una première per l’Italia prestigiosa per il festival (lo abbiamo visto in anteprima e ve lo abbiamo raccontato qui): American Valhalla è – per così dire – un rockumentary crepuscolare, dedicato alla registrazione dell’ultimo album di Iggy Pop Post Pop Depression, che potrebbe essere l’ultimo album tout court per l'Iguana. Protagonisti lo stesso Iggy, sempre in grande forma per quanto abbia superato i 70, e Josh Homme dei Queens of the Stone Age, anche regista insieme a Andreas Neumann.
Sabato 27 gennaio, 22.30 (Sala 2) – giovedì 1 febbraio, 22 (Sala 3)
2. Barbara
In Italia Barbara – al secolo Monique Andrée Serf – gode inspiegabilmente di una fama non adeguata al suo status di diva e icona della chanson francese. Nata a Parigi nel 1930, di origine ebraica, con un’infanzia segnata dalla guerra e dagli abusi subiti dal padre, Barbara è stata a partire dagli anni cinquanta una protagonista assoluta dei cabaret parigini, come interprete (di Brel, di Brassens) e come cantante e autrice in proprio. Il film Barbara, firmato da Mathieu Amalric (anche qui in doppia veste di attore e regista) mette in scena la sua storia attraverso un film-nel-film, in cui Brigitte (Jeanne Balibar) è un’attrice chiamata a interpretare il ruolo di Barbara nella sua biografia cinematografica. Barbara ha vinto il Poetry Cinema Award al Festival di Cannes del 2017.
Domenica 28 gennaio, ore 20 (Sala 2), Domenica 4 febbraio, ore 20.15 (Sala 2)
3. England Is Mine
Il giovane inglese Mark Gill dedica il suo primo lungometraggio (con il corto The Voorman Problem è stato candidato agli Oscar) all’infanzia e all’adolescenza di Steven Patrick Morrissey, più noto come Morrissey e basta, leader degli Smiths e fra le personalità più importante della musica alternativa degli ultimi quarant’anni. Da vedere per tutti gli appassionati degli Smiths, con il bonus di un’ambientazione nella Manchester dei tardi anni Settanta, già luogo mentale di un certo cinema inglese di denuncia (qui la recensione del film).
Lunedì 29 gennaio, ore 20 (Sala 3), sabato 3 febbraio, ore 22.30 (Sala 3)
4. Ryuichi Sakamoto: Coda
Affascinante questo film di Stephen Nomura Schible, già visto alla Biennale di Venezia l’anno scorso: il regista, nato a Tokyo da madre giapponese e padre americano (figura anche come co-produttore di Lost in Translation di Sofia Coppola) ha seguito il compositore Ryuichi Sakamoto per cinque anni, inizialmente con l’intenzione di documentare le sue reazioni e l’impegno pubblico in seguito al disastro di Fukushima, e poi finendo a raccontare la sua battaglia contro un cancro alla gola. Un po’ biografia, un po’ riflessione sulla vita e sull’arte.
Martedì 30 gennaio, ore 20 (Sala 3)
5. Testimony
Un titolo fra i molti possibili dalla rassegna che SEEYOUSOUND dedica a Tony Palmer, ospite di prestigio del festival e autore di centinaia di lungometraggi ad argomenti musicali e regie d’opera e teatro. A Torino si potranno vedere anche la pietra miliare All My Loving del 1968 (sul pop di area “psichedelica”) e Bird on a Wire del 1974 (rockumentary classico su Leonard Cohen), ma noi scegliamo Testimony, del 1987, dedicato al rapporto tra il compositore Dmitri Shostakovich e Stalin, splendido apologo sul rapporto tra arte e potere.
Mercoledì 31 gennaio, ore 18 (Sala 3)
6. Radio Kobani
Piccolo film del regista curdo-olandese Reber Dosky, che racconta le vicende dell’unica stazione radio di Kobane sopravvissuta ai bombardamenti dello Stato Islamico, fondata durante la guerra da una ragazza curda. Il film è stato girato nell’arco di tre anni, prima e dopo gli scontri che hanno portato Kobane sul palcoscenico dei media di tutto il mondo.
Martedì 30 gennaio, ore 22.15 (Sala 3), domenica 4 febbraio, ore 17.45 (Sala 3)
7. The Public Image Is Rotten
Musicista e regista, Tabbert Fiiller dedica questo documentario a Johnny Rotten e ai suoi PIL (Public Image Limited), band il cui impatto sulla musica pop degli anni Ottanta non sarà mai abbastanza valutato. Tra interviste a protagonisti (Jah Wobble e Ginger Baker, oltre allo stesso Rotten) e materiale d’archivio, un bel pezzo di storia del pop (qui la recensione del film).
Sabato 27 gennaio, ore 20 (Sala 3), lunedì 29 gennaio, ore 17.45 (Sala 3)
8. You Are Teddybears
Curioso film, questo di John Boisen e Björn Fävremark, dedicato ai Teddybears. Relativamente poco noti in Italia, i Teddybears sono una band svedese (attiva dal 1991) che può ricordare per ispirazione qualcosa dei Residents, o dei Flaming Lips (con cui hanno collaborato). Un ritratto a tinte psichedeliche per scoprire una Svezia molto poco fredda. Prima assoluta per il festival SEEYOUSOUND.
Domenica 28 gennaio, ore 15.15 (Sala 2), mercoledì 31 gennaio, ore 15.30 (Sala 3)
9. Conny Plank - The Potential Of Noise
Konrad “Conny” Plank (1940-1987) è stato un pioniere della musica elettronica, nei dischi accreditati insieme al collega Dieter Moebius (Moebius & Plank) e dietro al mixer di alcune delle produzioni più influenti della kosmische Musik tedesca prima (Kraftwerk, Can, NEU!), e del pop internazionale poi (da Gianna Nannini agli U2 passando per Eurithmics e David Bowie). Conny Plank - The Potential Of Noise è il documentario definitivo sulla sua vita e sulla sua carriera, firmato dal figlio Stephan insieme al regista Reto Caduff. Domenica 4 febbraio, alle 12 al Blah Blah di Via Po, si terrà un incontro con Stephan Plank per la prima italiana del film.
Domenica 28 gennaio, ore 22.15 (Sala 3), domenica 4 febbraio, ore 15.15 (Sala 2).
10. Floating Points
E chiudiamo con un corto, Floating Points di Anna Diaz Ortuño, che documenta un passaggio del musicista elettronico Sam Shepherd (alias Floating Points) nel Joshua Tree National Park, occasione di sperimentazioni sui riverberi e gli echi delle rocce del deserto.
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