Anversa ricorda il maestro Zedda
L'Opera di Anversa dedica una toccante serata ad Alberto Zedda, con tanti giovani interpreti
Una festa del Bel Canto come l’aveva pensata il maestro, tutta dedicata a Rossini e con tanti straordinari giovani interpreti. L’Opera di Anversa, con cui Alberto Zedda ha a lungo collaborato, ha voluto rendere omaggio al direttore scomparso lo scorso marzo a 89 anni con il concerto che il maestro stesso avrebbe dovuto dirigere, la bacchetta affidata al suo posto a Donato Renzetti.
Una serata toccante, alla presenza dei familiari e degli amici più stretti, per celebrare un grande uomo che è stato un grande direttore ma anche, sopratutto negli ultimi anni, un appassionato insegnante e mentore, “come Yoda in Guerre Stellari, già anziano ma sempre pieno d’energia” ha commentato Aviel Cahn, sovrintendente dell’Opera di Anversa nel breve discorso commemorativo. A celebrarlo alcuni dei suoi allievi più cari, ma tre artisti hanno dovuto essere sostituti all’ultimo minuto perché colpiti da malanni di stagione: così Mariella Devia è stata rimpiazzata dal soprano georgiano Salome Jicia, Marianna Pizzolato dal mezzosoprano Teresa Iervolino e il tenore statunitense Gregory Kunde da Enea Scala. In scaletta arie da Il Barbiere di Siviglia, Tancredi, Il Viaggio a Reims, Guillaume Tell e, aggiunta per l’occasione al programma originale, l’ultima parte della Petite Messe solennelle come ultimo tributo al maestro.
Ad aprire il concerto con quello scioglilingua che è la cavatina "Largo al factotum", un Nicola Alaimo in piena forma nei panni di Figaro, e dopo nel secondo tempo in quelli di Guillaume Tell, che ha reso onore al maestro sfoderando una voce potente e piena e ricca di sfumature, nonché rendendo in particolare il suo barbiere gustosissimo per gesti ed espressioni del viso da attore consumato. Un’interpretazione che ha trascinato in alto nella scala della godibilità anche tutti gli altri pezzi tratti dal Barbiere, quali i duetti con il tenore russo Maxim Mironov, un Conte Almaviva elegante ma un po’ leggero, e con il giovane mezzosoprano Cecilia Molinari, una graziosa Rosina. A rappresentare la categoria dei bassi invece un artista già dalla lunga carriera, Michele Pertusi, la cui notoria morbidezza di voce ha caratterizzato le arie cantate sia come Basilio che come Lord Sidney, e Carlo Lepore, bravo in particolare come Don Profondo a mimare gli accenti delle diverse nazionalità. Una splendida Teresa Iervolino con la sua voce scura e vibrante ha incantato nella parte di Tancredi, in particolare nel recitativo "Oh patria", ben duettando con l’altrettanto bella voce di Solome Jicia, e regalando commovente profondità all’Agnus dei. Carmen Romeu è stata un’adeguata Mathilde ed Enea Scala si è sforzato come Arnold compensando un po’ certe debolezze di spessore con la sua bella presenza scenica.
Menzione conclusiva per l’Orchestra Sinfonica dell’Opera di Anversa, che ha dato un’eccellente prova del suo alto livello, e per il bravo coro.
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