Ipocondrie e canzoni in dialetto

Il bel progetto di Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro, per Squilibri

Disco
world
Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro
Canti, ballate e ipocondrie d’ammore
Squilibri
2017

Canio Loguercio è un nome noto a chi frequenta la canzone in dialetto meno scontata: lucano ma napoletano di adozione, scrive e canta in una lingua napoletana poetica e ironica tutta sua, personalissima (anche a un orecchio nordico e non allenato) e insieme carica di echi del folk revival, della grande tradizione partenopea, del teatro – echi che la sua voce sussurrata e ruvida trasporta in una sorta di non-luogo della canzone.

Alessandro D’Alessandro, con Piccola Orchestra La Viola e Orchestra Bottoni soprattutto, sta scrivendo da ormai qualche anno la storia della nuova generazione dell’organetto italiano, quella dei nati negli anni Ottanta, che stanno rivoluzionando lo strumento e portandolo verso nuove possibilità espressive.

Insieme hanno confezionato un disco di canzoni, acustiche (chitarra e organetto) nella genesi e nella pratica dal vivo, che fissate nella registrazione hanno raccolto sedimenti di collaborazioni varie, fra cui le voci di Maria Pia De Vito, Erica Boschiero, Peppe Servillo e Rocco Papaleo, e la partecipazione – ben riconoscibile – di Giuseppe “Spedino” Moffa, Rocco De Rosa, Stefano Saletti, Nando Citarella e Pino Pecorelli – fra gli altri, finendo spesso per incrostarsi qui e là di suoni nuovi, elettrici, elettronici...

Di Canti, ballate e ipocondrie d’ammore, alla fine, colpisce la capacità di immaginare una canzone in dialetto sintonizzata sull’oggi, capace di parlare una lingua personale e intima tanto nelle parole quanto nei suoni. Non che sia una novità nella canzone italiana, naturalmente: ma la distanza siderale – tanto nei testi, quanto nelle musiche, quanto nella “confezione” complessiva del progetto – da ogni cliché “tradizionale”, mediterraneo o terzomondista è davvero un valore aggiunto, se si guarda a quello che succede intorno.

La confezione in forma di libro – specialità della casa editrice/etichetta romana Squi[libri] – aggiunge una quarta dimensione al lavoro, raccogliendo commenti e scritti, e include anche un dvd con le “video-ballate” di Antonello Marrazzo, strani esempi di video(clip)-arte.

Un bellissimo progetto, con gli sviluppi più interessanti sintetizzati nella bonus track/“esperimento” che chiude il disco, l’alternate take elettrico-elettronica di “Ballata dell’ipocondria o del vibrione innamorato”… Un punto di partenza per il futuro?

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