Natale in Liguria con i Cabit

Edmondo Romano e Davide Baglietto in un disco Felmay dedicato alle tradizioni natalizie liguri

Cabit, unico figlio
Disco
world
Cabit
Unico figlio. Christmas Tradition in Liguria
Felmay
2017

Conserviamo (e forse diffondiamo, nostro malgrado) un'immagine molto oleografica del Natale, sotto il profilo delle musiche che, a vario titolo, definiamo “folk”, e che da molti decenni naturalmente incrociano con vari esiti le piste delle note “popular”.

In Italia il Natale è un a sorta di rassicurante evento fondativo per la musica: ma non certo come nel reame popular nordamericano e anglosassone in genere, dove il mercato richiede per ogni artista di successo un ”disco per il Natale”. O più di uno. Non si parla di questo. Però il repertorio “canzoni di Natale” sembra anche qui apparire come un blocco monolitico. E oleografico, come si diceva. Tutto vero? Naturalmente no.

Ad esempio in Liguria. Dove è veramente molto difficile ricostruire qualcosa che possa definirsi “tradizione di Natale”. La lingua di terra stretta tra monti a picco e mare avvolgente, onnipresente è al contempo porta d'acqua e zona di passo verso Nord e verso la pianura padana. Hanno provato a ricostruire una “tradizione natalizia” ligure i Cabit, formazione a organico variabile ma incentrata essenzialmente sull'uso delle cornamuse, qui in azione come duo con (molti) ospiti, nelle persone di Davide Baglietto, polistrumentista e compositore, e Edmondo Romano, fiatista a proprio agio in ogni terra di confine dove sfumano le distinzioni di genere tra le musiche.

Un viaggio non agevole, quello dei Cabit nella ricostruzione di un affresco complessivo delle musiche liguri natalizie: aiutati dalla competenza e memoria degli etnomusicologi, da amici campanari che ancora ricordavano e sapevano suonare melodie di Natale, da intelligenti operazioni di “reinvenzione” di tasselli mancanti in tessuti testuali o musicali, paragonabili ai veli di colore neutro che si usano nel restauro degli affreschi. Inizia col passo perentorio di un “trallalero” a piena voce questo notevole disco Felmay, e dove in alternanza le strofe sono assegnate al “cerchio del canto” ligure, e alle cornamuse. Procedimento che, mutatis mutandis, si ripete spesso nel corso del disco: l'effetto di rincalzo e di catalizzazione di una potenza flessuosa, tra cori e fiati popolari, è notevole.

Ed anche quando i fiati lavorano a due, in armonizzazione, l'effetto è degno di nota: perché a monte c'è una maestria nella pronuncia, nell'attacco, nel fraseggio che è figlia di decenni di pratica. C'è l'apporto al solito prezioso di Stefano Valla, pifferaio e ricercatore, la Cantoria di Cegni, La Banda di Cornamuse, le corde di Franco Minelli e Roberto Piga, e tanto altro ancora, per chiudere con una registrazione storica della “Pastorale Ligure” all'organo del Maestro Emilio Traverso. Prezioso tassello registrato nel 2004 all'Abbazia di San Matteo di Genova, dopo i lavori di restauro di un organo storico settecentesco.

 

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