Il Bach di Gardiner
La Passione secondo Matteo nella cattedrale di Pisa
Recensione
classica
L'appuntamento più atteso ad Anima Mundi, la rassegna di musica sacra nella cattedrale di Pisa, è quello con il direttore artistico sir John Eliot Gardiner e i suoi complessi, Monteverdi Choir e English Baroque Soloist, e stavolta anche i Trinity Boys Choir: giovedì la proposta era nientemeno che la Passione secondo Matteo che Gardiner ha voluto registrare dal vivo proprio qui. La visione generale del capolavoro bachiano del grande direttore inglese ha come dato di partenza la grazia, la delicatezza, il gusto per le sonorità antimonumentali e per la perfezione di articolazioni e di intrecci di parti e di piani sonori che gli conosciamo, qui esaltati nel tratteggio commosso e intimista di tante arie (citiamo almeno la delicatissima e raccolta esecuzione di “Erbarme dich, mein Gott”, la celeberrima Aria del Perdono, con Eleanor Minney contralto solista) e corali. Ma con questi esecutori che ne conoscono e, sembra, addirittura ne sanno anticipare le intenzioni, basta un niente a Gardiner per muovere e drammatizzare profondamente e intensamente il racconto bachiano, più che mai racconto in questa memorabile esecuzione, chiamando fuori una parte interna, articolando preziosamente e persino tumuiltuosamente un ritmo, serrando in modo indimenticabile gli episodi e le proposte e le risposte, sprigionando la drammaturgia latente di questa partitura facendola scaturire dalla musica stessa. Ne è venuta così l'esecuzione più scorrevole, fresca ed emozionante, proprio nella sua antimonumentalità, che ci sia mai capitata di ascoltare dal vivo della Passione secondo Matteo. Successo vivissimo e una lode particolare per l'ottimo Evangelista, James Gilchrist.
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