La normalità del dolore

Die tote Stadt di Korngold a Basilea con la regia di Simon Stone

Recensione
classica
Theater Basel
Erich Wolfgang Korngold
17 Settembre 2016
Non c’è niente di decadente o di morboso nel nuovo allestimento della [i]Tote Stadt[/i] che ha aperto la nuova stagione del Theater Basel. Al debutto nella regia operistica, Simon Stone fa piazza pulita di orpelli floreali e di ombre espressioniste che spesso affastellano il capolavoro di Korngold e punta dritto al nucleo del dramma: il dolore per la perdita della persona amata e il difficile percorso di rinascita. Tutto ha il sapore della normalità nella scena lineare di Ralph Myers: un appartamento al numero 37 di una via qualsiasi, arredato con gusto anni Sessanta, che si scompone all’apice del dolore del protagonista Paul in grisaglia middle-class. L’arsenale feticista è ridotto a un ripostiglio foderato di polaroid con uno stipo che contiene i ricordi di una vita racchiusi in scatole ordinatissime e la parrucca con la quale la defunta Marie mascherava la calvizie oncologica. Fin troppo lineare e prudente il passo narrativo scelto da Stone, che ci sarebbe piaciuto un po’ più audace nei grandi momenti visionari dell’opera del secondo e terzo atto, risolti invece nella chiave piuttosto “low key” di un teatro borghese in versione contemporanea. Un debutto comunque interessante. Chi invece conferma il proprio talento è il direttore Erik Nielsen, che fa scintillare la straordinaria tavolozza sonora di Korngold ben servito dalla Sinfonieorchester di Basilea in grande forma. La massa strumentale di Korngold è sempre un problema per le voci, che Nielsen riesce a far esprimere con la dovuta chiarezza. Qualche fragilità la mostra il protagonista Rolf Romei, capace di un bel fraseggio e in possesso di un bel timbro lirico, ma talvolta in difficoltà nella vertiginosa tessitura del ruolo del protagonista. Un vero talento scenico si rivela Helena Juntunen nel doppio ruolo di Marietta e Marie affrontato con grande sicurezza. Eve-Maud Hubeaux è una Brigitta di insolito spessore sia vocale sia scenico di “candidata” rifiutata alla successione di Marie secondo il disegno registico. Il bravo Sebastian Wartig canta con grande eleganza il celebre “Mein Sehnen, mein Wähnen” del secondo atto. Puntuale il quartetto dei teatranti e incisivi i brevi interventi del coro del teatro e delle voci bianche. Caldo successo con ovazioni e numerose chiamate.

Note: Nuovo allestimento del Theater Basel. Date rappresentazioni: 17, 20, 23 settembre, 4, 7, 15, 23, 29 ottobre, 3, 6, 19, 23 novembre, 3, 9, 19 dicembre 2016.

Interpreti: Rolf Romei (Paul), Helena Juntunen (Marietta/Marie), Sebastian Wartig (Frank/Fritz), Eve-Maud Hubeaux (Brigitta), Ye Eun Choi (Juliette), Sofia Pavone (Lucienne), Karl-Heinz Brandt (Victorin), Nathan Haller (Graf Albert)

Regia: Simon Stone

Scene: Ralph Myers

Costumi: Mel Page

Orchestra: Sinfonieorchester Basel

Direttore: Erik Nielsen

Coro: Chor des Theater Basel, Mädchen- und Knabenkantorei Basel

Maestro Coro: Henryk Polus

Luci: Roland Edrich e Marina Niedel

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo