Catone a Colonia

Concerto Köln porta l’opera di Vivaldi per la prima volta nella città renana

Recensione
classica
Opera di Colonia Colonia
11 Settembre 2016
Con decisione insolita, l’Opera di Colonia ha aperto la nuova stagione con un titolo barocco in forma concertante: il “Catone in Utica” di Antonio Vivaldi, affidato ai barocchisti di Concerto Köln e a cantanti specialisti del genere. Dell’opera andata in scena per la prima volta nel 1737 al Filarmonico di Verona con grande successo (“la mia opera è alle stelle”, scrisse lo stesso Vivaldi) sono pervenuti fino ai giorni nostri solo il secondo e terzo atto. Nonostante i tentativi di ricostruzione del primo atto, con decisione ineccepibile dal punto di vista della verità storica, a Colonia si è deciso di eseguire soltanto la musica composta dalla penna di Vivaldi per quest’opera con la sola aggiunta spuria della Sinfonia presa a prestito dall’“Olimpiade”. È vero che ne soffre l’equilibrio drammaturgico del sapiente libretto metastasiano, ritrovandoci immediatamente in medias res. Un limite comunque attenuato dall’esecuzione in forma di concerto, che consentiva di apprezzare senza troppe distrazioni il sofisticato tessuto strumentale concepito da Vivaldi per quest’opera matura. Delle numerose gemme della partitura, ben due spettano al personaggio di Emilia, vedova di Pompeo per mano di Cesare, personaggio tutto sommato marginale nell’intreccio, al quale però tocca l’aria più virtuosistica, “Come in vano il mare irato”, oltre a “Nella foresta” con un bel dialogo fra voce e corno. A dare corpo, ma soprattutto voce, al personaggio a Colonia era Vivica Genaux, stilisticamente impeccabile e trascinante negli spericolati virtuosismi affrontati con la sicurezza della barocchista di razza. Meno trascinante il resto della locandina, comunque con interpreti tutti all’altezza. Il rodato Richard Croft prestava la voce al saggio Catone, risolto con posata nobiltà come impone il personaggio. Il rivale Cesare era invece il giovane controtenore Kangmin Justin Kim dal bel timbro e di buone capacità tecniche, ma privo della sicurezza che gli consenta di sciogliersi nello slancio eroico. Adriana Bastidas Gamboa disegnava una sensibile Marzia, divisa fra dovere filiale e l’amore per il nemico. Claudia Rohrbach era un delicato Arbace, mentre Margarita Gritskova prestava il bel timbro brunito a Fulvio. Dal cembalo Gianluca Capuano dirigeva i bravi strumentisti del Concerto Köln con un rigore forse eccessivo che sacrificava le sensuali volute vivaldiane. Nel complesso uno spettacolo di buon livello purtroppo disertato dal pubblico della città renana, dove l’opera arrivava per la prima volta: molti vuoti nella grande tribuna della Staatenhaus, luogo acusticamente assai poco adatto a questo repertorio. Risposta comunque calorosa.

Note: Date rappresentazioni: 9 e 11 settembre 2016

Interpreti: Kangmin Justin Kim (Cesare), Richard Croft (Catone), Vivica Genaux (Emilia), Claudia Rohrbach (Arbace), Margarita Gritskova (Fulvio), Adriana Bastidas Gamboa (Marzia)

Orchestra: Concerto Köln

Direttore: Gianluca Capuano

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista