Soffia forte il mistral su questa [i]Traviata[/i] che chiude con inveterato successo l’edizione 2016 delle Chorégies nel magnifico teatro antico di Orange. La versione transalpina della nostrana estate lirica veronese sceglie dunque un titolo popolarissimo e non certo nuovo alle arene estive malgrado il suo carattere intimista e centrato essenzialmente sul personaggio di Violetta Valéry con i due Germont, padre e figlio, di contorno. Scene spettacolari a parte (il brindisi del primo atto e la festa a casa di Flora Bervoix nel secondo), il grande catino in pietra capace di circa 9000 presenze si conferma palcoscenico ideale per esaltare le doti canore di rodati beniamini delle scene liriche internazionali. Per l’occasione, dopo la cancellazione della prevista Diana Damrau e la sua sostituzione con Ermonela Jaho, già protagonista qualche settimana prima a Orange di una apprezzata [i]Butterfly[/i], la parte del leone nelle preferenze del pubblico l’ha fatta Plácido Domingo, presenza oramai quasi soltanto carismatica, ancora in grado di galvanizzare una buona parte degli spettatori come Germont padre. Un successo legato al rispetto che si deve all’età e alla formidabile longevità scenica dell’interprete.
Molto festeggiata anche Ermonela Jaho, Violetta appassionata, che più che nelle virtuosità del “Sempre libera” si impone particolarmente nei risvolti più drammatici del ruolo, come nel teso dialogo con Germont padre e soprattutto nella dolorosa agonia del terzo atto, venata da bagliori visionari. Ai due, si aggiungeva un Francesco Meli in gran forma vocale ma la cui disinvoltura lasciava un sospetto di scarsa empatia con il ruolo di Alfredo. Non impressionavano particolarmente i comprimari, mentre il coro rinforzato dal concorso delle compagini dei teatri di Angers Nantes, Avignone e Marsiglia portava il suo fondamentale contributo al successo della serata. Un successo cui certamente contribuiva anche la direzione di Daniele Rustioni alla guida dell’Orchestra nazionale di Bordeaux-Aquitaine. Facendosi forza di un’acustica straordinaria per uno spazio aperto (e il forte vento), Rustioni evitava le facili lusinghe di un’esecuzione "areniana" preferendo la dimensione più intimistica della partitura verdiana (di grande spessore, in particolare, il terzo atto) non venendo meno comunque all’appuntamento con i passaggi più spettacolari e popolari. Una sensibilità e un gusto che confermano, una volta di più, il talento del giovane direttore milanese. Un gusto che caratterizzava anche lo spettacolo firmato da Louis Désiré. Pochi elementi scenici – un enorme specchio spaccato al centro, un grande lampadario sulla sinistra, una chaise longue al centro e un piccolo roseto a destra, più qualche efficace proiezione sull’enorme muro di pietra che chiude il fondo dalla scena – e una grande cura del gesto scenico, oltre all’indubbia abilità a muovere le masse corali in funzione spettacolare erano le cifre di uno spettacolo nel complesso molto efficace.
All’eleganza aggiungevano anche i costumi (come le scene) di Diego Mendez Casariego giocati sui toni del nero, del rosso e del bianco. Come detto, grande successo per tutti.
Note: Nuova produzione delle Chorégies d’Orange. Date rappresentazioni: 3 e 6 agosto 2016.
Interpreti: Ermonela Jaho (Violetta Valéry), Francesco Meli (Alfredo Germont), Placido Domingo (Giorgio Germont), Ahlima Mhamdi (Flora Bervoix), Christophe Berry (Gastone di Letorières), Laurent Alvaro (Il Barone Douphol), Pierre Doyen (Il Marchese d’Obigny), Anne-Marguerite Werster (Annina), Nicolas Testé (Il Dottore Grenvil), Rémy Mathieu (Giuseppe)
Regia: Louis Désiré
Scene: Diego Mendez Casariego
Costumi: Diego Mendez Casariego
Orchestra: Orchestre National Bordeaux-Aquitaine
Direttore: Daniele Rustioni
Coro: Choeur d’Angers Nantes Opéra, Choeur de l’Opéra Grand Avignon e Choeur de l’Opéra de Marseille
Maestro Coro: Xavier Ribes, Aurore Marchand e Emmanuel Trenque
Luci: Patrick Méeüs