Frottole all'Antico
A Firenze un bel concerto dell'Homme Armé
Recensione
classica
Inspiegabilmente fra le vittime dei tagli del FUS, a Firenze l'Homme Armé continua a proporre una variegata e raffinata programmazione di musica antica. Così avviene anche nella rassegna autunnale al Cenacolo di Andrea del Sarto attualmente in corso, che spazia da Gesualdo a Lully al grande repertorio liutistico europeo. Spiccava per originalità in questa edizione il concerto di venerdì, in collaborazione con l'ensemble Les Nations, dedicato al repertorio della frottola colto nella particolare angolatura della celebre stampa di Andrea Antico. I grandi frottolisti, come Bartolomeo Tromboncino, Michele Pesenti e Marchetto Cara, sono qui divulgati in una veste che si differenzia dalle versioni polifoniche “classiche” e si collega al nascente mondo strumentale e ad un rilevato protagonismo vocale. Il quintetto formato da Lucia Sciannimanico e Giovanni Biswas, voci, Luigi Lupo, flauti, Gianluca Lastraioli, liuto, Maria Luisa Baldassarri, cembalo, ne ha fornito un'interpretazione assai gustosa, in cui, in questa trama rinnovata di voci e strumenti, si fondevano, in modo del tutto convincente e in una notevole varietà di aspetti, il petrarchismo sospiroso dell'amor malinconico, allora di gran moda ma anche sottilmente ironizzato, e gli spunti popolareschi anch'essi connaturati alla frottola. Basti pensare al saporoso contrasto fra pezzi come il delizioso “Gentil donna, se in voi” di Bartolomeo Tromboncino, e la vera e propria scenetta comico-sentimentale costituita dal dittico “Che faralla, che diralla” e “Uscirallo o resterallo ?” di Michele Pesenti, in cui un giovane innamorato respinto si fa frate per dispetto e la sua bella finisce per dolersi della propria crudeltà. Vivissimo successo.
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