Cronaca di un'ossessione

A Strasburgo “La dama di picche” secondo Carsen

Recensione
classica
Opéra du Rhin Strasburgo
Piotr Ilic Cajkovskij
26 Giugno 2015
“Tre carte! Questo pensiero mi rende folle!”: è la frase che marca la deriva nella follia di Hermann, divorato dall’ossessione della vincita al gioco. È anche il baricentro del rigoroso spettacolo firmato Robert Carsen per l’Opéra du Rhin di Strasburgo. Decisamente più vicino a Pushkin che alle variazioni introdotte dai fratelli Caikovksij in ossequio alle esigenze del gusto operistico dell’epoca, Carsen sfronda il grand-opéra imposto dal Mariinsky (la scena corale d’apertura e l’intermezzo pastorale nel ballo del secondo atto) a tutto vantaggio di una dimensione più intima. Scelta forse discutibile per i puristi ma drammaturgicamente coerente. Il rigore della regia ispira anche le luci gelide dello stesso Carsen con Franck Evin, gli austeri costumi dominati dal nero di Brigitte Reiffenstuel e la scena avarissima di colori di Michael Levine, un ambiente unico con alte pareti in capitonné verde che richiama il colore dei numerosi tavoli da gioco e il monumentale letto della contessa sul quale si consuma la follia di Hermann. Lo stesso rigore si ritrova anche nella lettura notturna e tagliente di Marko Letonja, pienamente in sintonia con una lettura scenica così parca di abbandoni sentimentali. Una lettura che trova il momento più felice nella scena fra Hermann e la Contessa, aperta dal mesto canto della donna (la brava Malgorzata Walewska, per una volta cantante vera e non vecchio soprano in disarmo) accompagnato da un’orchestra appena percettibile. La compagnia di canto è di lodevole omogeneità con due protagonisti di gran livello: Misha Didyk è un Hermann tenebroso e tormentato ma capace di romantico slancio e Tatiana Monogarova è una Liza dalla vocalità piena e espressiva. Fra gli altri, Tassis Christoyannis disegna con eleganza un principe Eleckij crepuscolare e consapevole del ruolo di perdente e la sensibile Eve-Maud Hubeaux restituisce dignità a una Polina penalizzata dai tagli con la bella romanza del primo atto. Ottimo il coro. Applausi.

Note: Nuova produzione dell’Opéra national du Rhin di Strasburgo in coproduzione con l’Opernhaus di Zurigo e il Teatro Regio di Torino. Date rappresentazioni all’Opéra di Strasburgo: 16, 18, 21, 23 e 25 giugno. A La Filature di Mulhouse: 5 e 7 luglio 2015.

Interpreti: Misha Didyk (Hermann), Tatiana Monogarova (Liza), Roman Ialcic (il conte Tomskij), Tassis Christoyannis (il principe Eleckij), Malgorzata Walewska (la contessa), Eve-Maud Hubeaux (Polina), Jérémy Duffau (Cekalinskij), Andrey Zemskov (Surin), Peter Kirk (Caiplickij), Nathanaël Tavernier (Narumov), Sunggoo Lee (il maestro di cerimonie)

Regia: Robert Carsen

Scene: Michael Levine

Costumi: Brigitte Reiffenstuel

Coreografo: Philippe Giraudeau

Orchestra: Orchestre philharmonique de Strasbourg

Direttore: Marko Letonja

Coro: Choeurs de l'Opéra national du Rhin

Maestro Coro: Sandrine Abello

Luci: Robert Carsen e Franck Evin

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