I colori di Lisiecki
Al Bologna Festival il pianista esibisce la sua preziosissima tavolozza timbrica
Recensione
classica
Ogni volta che il pianista Jan Lisiecki si esibisce a Bologna, è un evento: si presentò la prima volta a 16 anni, e strabiliò per la magia del suo tocco; tornò a 18 con Abbado, dimostrandosi ormai artista completo; ora che ne ha 20, accende nel pubblico la discussione fra i sostenitori ad oltranza e gli immancabili detrattori, come accade sempre con gli artisti disallineati rispetto al mainstream.
Il virtuosismo di Lisiecki non sta nella velocità o nella potenza sonora, ma nella tavolozza timbrica e nella capacità di differenziare i colori anche simultaneamente fra linee melodiche intrecciate in complesse polifonie: mentre l’orecchio sta beandosi con un pianissimo di candida purezza, ecco che parte un controcanto ancora più piano, seguito da una linea interna di dinamica e colorazione intermedie. E questa è magia. Tanta abilità diventa fondamentale nella resa dei giochi contrappuntistici, siano quelli di Bach come di Chopin: nessuna nota resta abbandonata a sé stessa, ogni suono è carico d’importanza fonica ed espressiva, e risalta ben distinto anche in una frase perfettamente legata.
A queste prerogative da sempre esibite, Lisiecki associa ora un gusto spiccato per la libertà ritmico-agogica, perfetta nei brani a carattere rapsodico, come un preludio, o dalla cantabilità belcantistica, come un notturno, indispensabile per vitalizzare le cochetterie di un valzer salottiero, ma meno pertinente là dove il rigore del tempo è carattere strutturale della composizione, come in una fuga o in uno studio sulla velocità delle dita.
Nel concerto di ieri sera, variegatissimo per autori e stili, abbiamo sentito tutto questo insieme: se la discussione si è accesa, fra il pubblico, per un’esecuzione molto personale degli Studi op. 10 di Chopin, unanime è stato il sentimento per una Humoreque e un Nocturne di Paderewski come forse non ci capiterà mai più di sentire.
Note: Programma: BACH/BUSONI, Preludio-corale BWV 639 "Ich ruf zu dir Herr Jesu Christ", Preludio-corale BWV 645 "Wachet auf, ruft uns die Stimme; BACH, Partita n. 2 in Do minore BWV 826; PADEREWSKI, Humoresque de concert op. 14, Nocturne in Si bemolle maggiore op. 16 n. 4; MENDELSSOHN, Rondò capriccioso op. 14; CHOPIN, Dodici Studi op. 10.
Interpreti: Jan Lisiecki, pianoforte
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln