Sciarrino ieri e oggi
Al Maggio la monografia di Contempoartensemble
Recensione
classica
Era dedicato quest'anno a Salvatore Sciarrino il concerto realizzato nel Saloncino della Pergola da Contempoartensemble diretto da Vittorio Ceccanti, per il 78° Maggio Musicale Fiorentino, e si è confermata la qualità di questo ensemble anche in quella particolare delicatezza di tratteggio che il compositore siciliano esige. Due le prime italiane, “Gesualdo senza parole” (2013) e “Le stagioni artificiali” (2006). Nel primo brano, Sciarrino torna a avvolgere nelle sue sonorità preziose gli intrecci polifonici, privati di parole ma non della loro articolazione metrica, di un suo grande amore, Gesualdo da Venosa, nella linea a lui cara della reinvenzione di musica antica (tornano alla mente le derivazioni da Claude Le Jeune di “Luci mie traditrici”). Nel secondo affida ad un più variegato e ricco ensemble di corde, legni e percussioni uno sfondo scabramente tintinnante su cui si staglia nel violino solista (l'ottimo Duccio Ceccanti), e si dissemina fra gli altri strumenti, in declinazioni timbriche rabbrividenti, una cantilena a suo modo “naturalista”, e il pensiero va proprio agli uccelletti vivaldiani delle Stagioni per antonomasia, ma trasalenti nella velata e sommessa minaccia di una qualche apocalisse. Era invece un gradito ritorno al primo Sciarrino la Aspern Suite (1979) per soprano e strumenti, fantasmagorica sintesi del lavoro teatrale da Henry James (ambientato in un palazzo veneziano in rovina in cui si muovono i fantasmi del passato) creato proprio ad un Maggio di tanti anni fa, il 41.mo. Protagonista vocalmente impeccabile, ma soprattutto emozionante evocatrice di queste inquietanti atmosfere james-sciarriniane, un giovane e straordinario soprano votato alle articolazioni più difficili e fini, Livia Rado. Successo ottimo con l'autore in sala.
Orchestra: Contempoartensemble
Direttore: Vittorio Ceccanti
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