Le due sorellastre che usano i telefonini e chattano con le amiche, Don Magnifico che dorme attorniato da sei procaci fanciulle, il seguito di Don Ramiro munito di goffo caschetto e manubrio da bicicletta, una pistola ad acqua per fermare l'ira di Don Magnifico. Sono alcune delle gag che il regista Francesco Esposito ha inventato per la "Cenerentola" messa in scena al Priamar di Savona dall'Opera Giocosa in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo.
Elemento caratterizzante, la lettura scenica di Esposito impostata sulla danza. Si balla e ci si muove con vitalità sul palcoscenico, sul quale è collocata una pedana in pendenza che si collega direttamente a una passerella sistemata fra platea e buca orchestrale. Si ride e ci si diverte, anche se alcune invenzioni rischiano di compromettere l'assetto musicale. E' ad esempio noto che muovere i cantanti nei concertati vivaci di Rossini costituisce un pericolo, così come portare i cantanti davanti al pubblico con il direttore alle spalle può porre problemi di equilibrio ritmico e fonico.
Sul podio della Sinfonica di Sanremo e del Coro lirico Mascagni di Savona, Giovanni Di Stefano ha diretto con vigore ed energia, cercando di mantenere un corretto equilibrio fra buca e palcoscenico.
Nel cast ha convinto Riccardo Novaro nella parte di Dandini. Marianna Vinci, nel ruolo di Cenerentola, ha avuto momenti alterni: non sempre convincente nelle agilità, ha regalato una bella lettura del complesso rondò finale.
Boyd Owen è parso un don Ramiro ancora da maturare, Simone Alaimo ha messo un consumato mestiere al servizio di Don Magnifico, Francesco Verna è stato un inappuntabile Alidoro. Completavano il cast Gabriella Costa e Paola Pittaluga.
Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore