Faust e Brunello scendono dalle montagne

Al Bologna Festival trionfano i due grandi amici dell'archetto, finalmente in concerto

Recensione
classica
Bologna Festival Bologna
31 Marzo 2014
Sono da tempo note le esecuzioni estemporanee di Isabelle Faust e Mario Brunello sulle rocce delle Dolomiti, per la gioia degli escursionisti increduli; ma per la prima volta hanno suonato ieri insieme in una sala da concerto, ospiti del Bologna Festival. Il repertorio per violino e violoncello senza alcuna orchestra o tastiera di sostegno non è ampio; così, dopo una Suite bachiana per lui, una Sonata bachiana per lei, è ancora Bach a venire in soccorso, con le Invenzioni a due voci per tastiera (quelle attraverso le quali passano tutti i pianisti in erba) adattate facilmente alle voci dei due strumenti ad arco. Due voci, invero, diversissime; non solo per la reale differenza fisica fra gli strumenti, ma per il modo di suonarli che i due artisti attivano: volitiva lei, producendo un suono brillante, quasi tagliente; meditativo lui, votato a un suono cupo, quasi roco. La differenza emerge non tanto nei duetti, dove le divergenze tendono ad appianarsi, quanto nei pezzi a solo, complice anche la scelta opposta che i due operano: una Sonata per Faust, con i suoi movimenti fatti di astratti Allegri, Adagi e Fughe; una Suite per Brunello, con la classica successione di danze. E qui sta il dubbio: quel suo approccio “meditativo”, senza rigore di tempo, ben si addice alla rapsodicità del Preludio, ma interferisce con la pretesa regolarità di ritmi di danza codificati. Non è questione di inegalitée barocca: il rubato, per definizione, è tipico del dipanarsi melodico su un accompagnamento ritmicamente rigoroso, e il ritmo di una Gavotta o di una Corrente deve restare un ritmo danzante ben riconoscibile, con i tempi forti cadenzati regolarmente, al di là della libertà melodica. Tutto si riassesta comunque nel Ravel conclusivo, dove i due interpreti possono sfoderare la loro carica emotiva per un finale travolgente.

Note: Foto © Serra. Programma: JOHANN SEBASTIAN BACH, Suite n. 5 in Do minore per violoncello BWV 1011, Sonata n. 3 in Do maggiore per violino BWV 1005, Invenzioni a due voci per clavicembalo (adattamento per violino e violoncello) BWV 772-786; MAURICE RAVEL, Sonata in Do maggiore per violino e violoncello.

Interpreti: Isabelle Faust (violino), Mario Brunello (violoncello)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Ad Amsterdam Romeo Castellucci mette in scena “Le lacrime di Eros” su un’antologia di musiche del tardo rinascimento scelte da Raphaël Pichon per l’ensemble Pygmalion 

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln