Un Twinset per la Comtesse

All'Opéra di Lyon un esilarante Comte Ory "contemporaneo” firmato Pelly

(foto Stofleth)
(foto Stofleth)
Recensione
classica
Opèra de Lyon Lyon
Gioachino Rossini
21 Febbraio 2014
La Comtesse Adèle si annoia, sola nel suo castello in Turenna, e fa le parole crociate perché non siamo nel 1200 ma nel 2014. Le Comte Ory di Rossini secondo Laurent Pelly è un’esilarante macchina da risate ambientata nella provincia francese di oggi, gli uomini non sono partiti per la seconda Crociata ma per l’Afghanistan e le donne ingannano il tempo facendo yoga. L’opera rossiniana ha debuttato venerdì all’Opéra di Lyon e a luglio sarà alla Scala (con un altro cast) perché lo spettacolo è coprodotto dai due teatri. Al suo primo Rossini Pelly cancella il «Medio Evo da operetta» e scava nella Francia di oggi «come se fosse un film di Chabrol», disegnando lui stesso le scene che scorrono con movimento cinematrografico. Ory in versione eremita è un santone indiano che distribuisce immaginette e dispensa consigli agli abitanti del villaggio riuniti in palestra, Adèle ha i capelli raccolti, il twinset rosa e la collana di perle come ogni signora bene che si rispetti, ma se scatta il fuoco amoroso per il paggio Isolier eccola sciogliere i capelli e gettarsi senza remore tra le sue braccia. Se Ory e i suoi uomini si travestono da suore per entrare nel castello sono ovviamente suore contemporanee con occhiali, zainetti e sandali e la camera da letto della Comtesse ha il bagno annesso: lì si nasconderanno tremanti le sue dame (perfetti cloni di Adèle, vestite allo stesso modo) mentre le suore saccheggeranno il frigo. Insomma, il meccanismo rossiniano è perfetto e la trasposizione contemporanea gli calza a pennello anche grazie a una stepitosa Désirée Rancatore perfetta Adèle vocalmente e scenicamente; Dmitry Korchak è uno scatenato e versatile Comte Ory; perfettamente a suo agio nei panni di Isolier Antoinette Dennefeld (un giovane mezzosoprano francese da tenere d’occhio), sul podio Stefano Montanari delinea un Rossini pieno di brio. Successo trionfale.

Regia: Laurent Pelly

Direttore: Stefano Montanari

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