Artù e la malafemmina

A Strasburgo “Roi Arthus” di Chausson

Recensione
classica
Opéra National du Rhin (Strasburgo)
14 Marzo 2014
Che sia la volta buona per l’Artù di Chausson? Mentre l’Opéra della capitale francese annuncia per il 2015 un’edizione sontuosa con Alagna, Hampson e Koch guidati da Jordan e Vick, l’agguerrito teatro della capitale alsaziana vi si cimenta già ora con buon esito. Che l’interesse per Chausson sia un effetto collaterale della cornucopia wagneriana della scorsa stagione è indubbio, anche se ciò non rende completamente giustizia alla personalità del francese e a una partitura che nello spessore sinfonico e nella densità strumentale deve certamente molto al “vieux Klingsor” d’oltre Reno. Di sicuro risonanze wagneriane sono innegabili (vedasi la scena fra Artù e Merlino, parente stretta dell’incontro fra il Wanderer e Erda del “Siegfried”), ma le analogie con il “Tristan” sembrano francamente forzate, a meno di non voler vedere la sublimazione del sentimento amoroso piuttosto nel legame fra Lancillotto e Artù, con tanto di “Liebestod” di quest’ultimo nel finale, perduto il prediletto cavaliere. Mitologia a parte, si tratta piuttosto del classico triangolo, nel quale Ginevra non è poi così lontana dalle tante “malafemmine” che affollavano le scene borghesi di fine Ottocento. In tal senso, la trasposizione negli anni della Grande Guerra operata da Warner, con la complicità di Fielding che firma le scene e i bei costumi, pare assai pertinente. Tolte di mezzo le pesanti armature – che però trionfano nell’agiografica trasfigurazione finale di Artù in monumento equestre – lo spettacolo guadagna in ritmo e fluidità narrativa. Sul piano vocale non tutto torna: se Schroeder come Artù è poco più che corretto, più focosi sono gli amanti di Richards e Matos (ma lei è scenicamente legnosa). Lacombe dirige con gusto e competenza la discreta orchestra di Mulhouse. Applausi ma un po’ timidi.

Note: Nuova produzione dell’Opéra national du Rhin. Date rappresentazioni: 14, 16, 18, 21, 25 marzo 2014 all’Opéra di Strasburgo; 11 e 13 aprile alla Filature di Mulhouse.

Interpreti: Elisabete Matos (Genièvre), Andrew Schroeder (Arthus), Andrew Richards (Lancelot), Bernard Imbert (Mordred), Christophe Mortagne (Lyonnel), Arnaud Richard (Allan), Nicolas Cavallier (Merlin), Jérémy Duffau (Le laboureur)

Regia: Keith Warner

Scene: David Fielding

Costumi: David Fielding

Orchestra: Orchestre symphonique de Mulhouse

Direttore: Jacques Lacombe

Coro: Choeurs de l'Opéra national du Rhin

Maestro Coro: Sandrine Abello

Luci: John Bishop

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