L’Elisir sui banchi di scuola

Successo a Firenze per il capolavoro di Donizetti

Recensione
classica
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Gaetano Donizetti
15 Novembre 2013
Il Maggio salvato dai ragazzini ? Almeno per quel che riguarda il pubblico, sì. Venerdì al Comunale di Firenze, alla prima dell’Elisir d’Amore, la platea, spesso negli ultimi tempi assai sguarnita, stavolta era piena di scolaresche, per uno spettacolo che pareva fatto per loro e in parte da loro, visto che una quindicina di liceali fiorentini era fra le comparse. Se pensiamo che la recita era iniziata con l’annuncio fatto dagli orchestrali dell’ennesimo ritardo del pagamento degli stipendi, il successo finale è stato, quantomeno, una piccola nota di speranza. Piacevole la riambientazione (allestimento di Bologna firmato da Tiziano Santi, regia di Rosetta Cucchi) in una scuola anglosassone – facciata coperta di graffiti, aule, palestra, atelier di pittura – in cui il villaggio basco di Felice Romani si trasforma in una periferia un po’ scalcinata e popolata da fantasmi di culture giovanili, da Easy Rider (Dulcamara arriva in chopper) ai Blues Brothers a Happy Days, il che, pur tra qualche forzatura, produce un’Adina cheerleader, un Belcore bullo tatuato e capobanda, e naturalmente un Nemorino tenero nerd su cui progressivamente si concentra l’affetto di questo pubblico di adolescenti . Bene nel complesso il giovane cast per meriti diversi: presenza vocale per l’Adina di Rocio Ignacio, una certa finezza e studio espressivo nel Nemorino pur di piccola voce di Giorgio Bellugi che non fallisce l’appuntamento con la sua Furtiva Lagrima, simpatia scenica per il Belcore di Mario Cassi e il Dulcamara di Marco Camastra; non ci è invece sembrata all’altezza della scintillante partitura donizettiana l’incerta prestazione direttoriale di Giuseppe La Malfa, responsabile di non pochi squilibri tra orchestra e palcoscenico.

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