“Vi prometto che con l’orchestra e il coro vinceremo questa battaglia e faremo il Maggio; non lasciateci morire”. Con queste parole un commosso e vibrante Zubin Mehta ha aperto il festival fiorentino, dopo aver ringraziato il pubblico per essere venuto alla rappresentazione del Don Carlo, nonostante fosse in forma di concerto, e aver salutato il ministro Bray e il sindaco Renzi che erano presenti nel palco d’onore delle autorità, al centro del teatro. La sala era gremita, anche grazie alla generosità del gruppo Confindustria Firenze e Bassilichi che qualche giorno prima dell’evento ha acquistato i biglietti invenduti, offrendoli alla città; e questo pubblico attento, caldo e generoso, ha fatto la sua parte nello spettacolo, dimostrando quanto il Maggio sia una parte imprescindibile della storia e dell’identità di Firenze.
Il Don Carlo è un’opera toccante e difficile, dominata da toni cupi, dal contrasto tormentato tra la ragion di stato e i sentimenti personali, che si declina in modi differenti in ciascuno dei personaggi. Mehta ne ha dato una lettura passionale e appassionata, scegliendo soprattutto nei primi atti dei tempi rapidi, che hanno messo in luce soprattutto gli aspetti di virile vivacità e di tensione emotiva della composizione. Una lettura giovane e fiammeggiante, a cui orchestra e coro hanno aderito con slancio dimostrando tutto il loro temperamento. Molto ben scelti i cantanti, davvero dentro la parte: Massimo Giordano col suo bel timbro, ha impresso al protagonista un ardore giovanile mentre Kristin Lewis ha incarnato una Elisabetta intensa e accorata, sensibile e forte. Tantissimi applausi hanno ricevuto anche Eboli (Ekaterina Gubanova), Rodrigo (Gabriele Viviani), Filippo (Dmitri Beloselskiy) e il resto del cast, che ha condotto sino in fondo uno spettacolo senza smagliature in cui, per ovvi motivi, tutta l’attenzione era solo sulla musica.
Travolgente la scena dell’autodafè alla fine del III Atto, in cui le masse corali e l’orchestra hanno dato il meglio di sé, dimostrando compattezza, perfezione tecnica e grandissima personalità. No, davvero non si può lasciar morire il Maggio.
Interpreti: Filippo II, Dmitry Beloselskiy
Don Carlo, Massimo Giordano
Rodrigo, Gabriele Viviani
Il Grande Inquisitore, Paata Burchuladze
Un frate, Alexander Tsymbalyuk
Elisabetta, Kristin Lewis
La Principessa Eboli, Ekaterina Gubanova
Tebaldo, Laura Giordano
Il Conte di Lerma / Un Araldo Reale, Saverio Fiore
Voce dal cielo, Ekaterina Sadovnikova
Deputati fiamminghi, Andrea Vincenzo Bonsignore, Gianluca Margheri, Italo Proferisce, Alessandro Calamai, Davide Ruberti, Marco Bussi
Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore: Zubin Mehta
Coro: Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro Coro: Lorenzo Fratini