E’ finita con Lorenzo che accoltella Capellio la fantasiosa versione dei “Capuleti e Montecchi” di Bellini che l’Opera Giocosa ha messo in scena ieri pomeriggio al Teatro Chiabrera di Savona. Uno spettacolo davvero grigio per le assurdità registiche, ma anche per una lettura musicale non propriamente belliniana.
Il regista Sam Brown ha fatto il possibile per stupire. Ha inventato nella sinfonia introduttiva uno stupro di gruppo in casa Capuleti ai danni di una povera ragazzina che nella prima scena Tebaldo sgozza allegramente. Ha trasformato Romeo in un bulletto, isterico e violento che per convincere Giulietta a fuggire con lui la lega e cerca di violentarla. Ambientare l’opera in tempi moderni (tutti incravattati con coltelli in mano) stona con la voce contraltile di Romeo, inserire gridolini e risatine rimanda a Leoncavallo, non al teatro di primo Ottocento (si pensi a quel che raccomandava Verdi a proposito di Violetta che non deve tossire). E la scena (un tavolone che occupa quasi interamente il palcoscenico e provoca continui intasamenti) non ha agevolato la lettura musicale. Sul podio dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Christian Capocaccia ha cercato di offrire una interpretazione stilisticamente corretta, ma ha avuto non poche difficoltà a tenere insieme buca e palcoscenico. I cori (Circuito Lirico Lombardo) sono risultati quasi sempre fuori tempo, diversi cantanti hanno mostrato una eccessiva generosità di volume.
Ha convinto Damiana Mizzi, una Giulietta elegante e controllata che ha risolto con bella espressività la linea melodica belliniana. Al suo fianco Florentina Soare è risultata un Romeo volenteroso, ma con un ampio margine di maturazione specialmente nelle tessiture più gravi.
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista