Veni, Veni, MacMillan!
Il compositore e direttore scozzese con l’Orchestra della Toscana
Recensione
classica
Intorno al proprio concerto per percussioni e orchestra “Veni, Veni, Emmanuel”, uno dei pezzi contemporanei in assoluto più fortunati, creato nel 1992 e ormai eseguito più di quattrocento volte, il compositore e direttore scozzese James MacMillan ha diretto sul podio dell’Orchestra della Toscana un programma perfettamente costruito per sottili affinità pur attraverso differenti scelte formali, con la Suite on English Folk Tunes di Britten (1974) e la Terza Sinfonia di Sibelius. Quel Sibelius a suo tempo particolarmente preso di mira dalle avanguardie più ortodosse della Nuova Musica, ma non da ora rivalutato da tanti compositori. Fra il velarsi affettuoso dello sguardo di Britten sulle antiche melodie inglesi in un’orchestrazione calibrata e rarefatta, e una sinfonia a suo modo molto classica come la Terza di Sibelius, la cui invenzione melodica fluente e ricca di spunti campestri e sognanti si incardina su strutture coerenti e impeccabili, il concerto di MacMillan, così ricco di fantasia e di fiammeggiare profetico, dimostrava la vitalità di un’ipotesi compositiva fondata sulla comunicazione e sulla tenuta di percorsi compositivi riconoscibili, spesso brittenianamente impreziositi di riferimenti, più che a materiali, a modi di musica antica e folklorica . Esecuzione calda e partecipata, illuminata volta a volta, in Britten, dalle sortite dell’arpa (Cinzia Conte) e del corno inglese (Alessio Galiazzo), e, in Sibelius, della coppia dei flauti (Michele Marasco, Fabio Fabbrizzi) che imposta la splendida aria oggetto di variazioni nell’Andantino. Valente ed estroverso protagonista, in “Veni, Veni, Emmanuel”, in mezzo allo spiegamento di percussioni, Morgan Tortelli, timpanista dell’Orchestra della Toscana dal 1983. Molto e meritato successo.
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