Il Bach giovane di Kuijken
Successo per la Messa in si minore eseguita a Pisa dai giovani dell’Accademia di Ambronay
Recensione
classica
La visione personale e “radicale” della musica antica di Sigiswald Kuijken ha trovato espressione nell’esecuzione della bachiana Messa in si minore nella Cattedrale di Pisa per il festival di musica sacra “Anima Mundi”, in cui per questa edizione il direttore artistico sir John Eliot Gardiner ha coinvolto altri protagonisti storici della prassi esecutiva filologica, come Christopher Hogwood e, appunto, Kuijken. A questo capolavoro Bach lavorò in fasi diverse, non l’ascoltò probabilmente mai, e la sua veste sonora ideale resta, diremmo, confinata al mondo delle ipotesi. Sembrava davvero un azzardo fare nella grandiosa e risonante cattedrale pisana la Messa in si minore a parti reali o quasi - solo i violini raddoppiati – con le sezioni corali anch’esse affidate alle voci soliste, e c’è da chiedersi se non fosse consustanziale all’idea bachiana, ad esempio, una differenziazione di masse sonore diverse fra versetti ed episodi solistici e corali. Tuttavia ne nasceva un singolare e felice equilibrio interno, sorretto dall’esecuzione fresca e innocente dei giovani dell’Accademia Europea Barocca di Ambronay (per il cui festival di musica antica è nato questo progetto), che costituisce oggi uno dei riferimenti didattici della musica antica in Europa. Proprio questa freschezza costituiva il pregio principale di un’esecuzione maturata ad Ambronay e a Palazzo Ghisleri a Pavia (dove i giovani di Ambronay hanno fatto un periodo di residenza) prima di approdare a Pisa e poi in altri festival con Kuijken come Konzertmeister imbracciante il suo violino. Vogliamo ricordare almeno il bellissimo duetto soprano – tenore (Julia Kirchner, Luca Cervoni) Domine Deus del Gloria soavemente intrecciato ai flauti traversi (Felipe Egana Labrin, Elif Tepe) e l’incantevole Et incarnatus del Credo.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.