Ancora Faust
Alla Settimana dell’Accadema Chigiana la novità di Silvia Colasanti
Recensione
classica
Silvia Colasanti ha dato il suo Faust in prima assoluta ai Rinnovati di Siena per la sessantottesima Settimana dell’Accademia Musicale Chigiana: Faust come “tragedia soggettiva”, secondo il poema di Fernando Pessoa che ripropone il mito faustiano come annientamento delle radici stesse del vivere e del sentire per la maledizione di una conoscenza che è anche deformazione, orrore, solitudine. Il soggetto si rifrange in presenze sceniche e vocali, un Faust parlante in scena e nell’evocazione dei video che scorrono sul fondo (Ferdinando Bruni), per registrare questa sconfitta dall’angolazione faustiana e da quella luciferina, mentre la voce e la presenza sopranile (Laura Catrani, molto brava) esprime forse il lutto della perdita dell’autenticità e del sentimento inariditi. La partitura, anticipata da un precedente schizzo per quartetto d’archi, con un organico qui esteso a clarinetto, fagotto, arpa e percussioni, conferma la grazia, l’aristocratico lirismo e il rilievo preciso e nervoso che sono le qualità della scrittura della Colasanti, e, all’inizio, la musica colpisce per una sorta di misteriosa e palpitante evidenza, ma poi, per l’ora o poco più della durata dell’opera, sembra proporsi e diluirsi come espressione pura di esperienze ed efflorescenze interiori, senza che sia chiaro il legame di necessità e di senso con questo mito, con questa storia e il suo farsi teatro. Risulta un po’ fredda la pur elegante “messa in spazio” di Francesco Frongia (regia) e Nando Frigerio (scene e luci), con gli oramai onnipresenti video che alludono in chiave surrealista all’esoterismo faustiano o all’inquieta natura nei suoi diversi elementi. Eccellente, intensa e molto ben calibrata, l’esecuzione musicale dell’Icarus Ensemble diretto da Gabriele Bonolis. Buon successo.
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