C’è poco da ridere
Maggio Musicale Fiorentino: la novità di Luca Mosca L’Italia del destino
Recensione
classica
L’idea di partenza sembrava buona: Luca Mosca e Gianluigi Melega, compositore e librettista, con L’Italia del destino, andata su ieri in prima assoluta al Teatro Goldoni per il Maggio Musicale Fiorentino, propongono l’ultima puntata di un reality show in chiave di opera buffa, trasformando in arie, ensemble e concertati quel ben noto repertorio di varia umanità e prendendone spunto per un ritratto impietoso di un’Italia ignorantissima e prigioniera delle proprie ossessioni di sesso, possesso e successo, il tutto inquadrato nell’interno un po’ pop-art della gradevole scena di Davide Livermore che curava la regìa ed era anche uno degli interpreti nel ruolo del Cantante. Ma il pastiche di Melega è più divertente alla lettura che in scena, i personaggi nonostante la forte nominazione (il Palestrato, la Diva, Sexilia e via dicendo) restano indefiniti, o forse spumeggiano un po’ troppo e a vuoto, alla ricerca di un teatro dell’assurdo a cui però forse manca il genio autentico della follia, la musica in orchestra e nel canto si affila (neanche tanto: deve essere mancata qualche prova) in una sorta di iper-neo-classicismo, che, con tutta la sua buona fattura e le sue argute citazioni, produce l’effetto di una sorta di modernariato musicale, per cui si rimpiangono gli originali, dallo Sostakovic del Naso giù giù alle farse rossiniane. Ciò senza nulla togliere ad interpreti come Marco Angius sul podio e, in scena, Alda Caiello, la Stilista, la migliore, e Roberto Abbondanza, il Creativo. Ma in realtà la cosa più divertente erano i siparietti parlati dello strabiliante presentatore, Sax Nicosia, arieggiante al Rocky Horror Picture Show e poi al Dart Fener di Guerre Stellari versione sado-maso per la finale eliminazione (alla lettera !) dei concorrenti. Buon successo.
Interpreti: Daniela Bruera, Alda Caiello, Cristina Zavalloni, Sara Mingardo, Davide Livermore, Chris Ziegler, Roberto Abbondanza, Sax Nicosia
Regia: Davide Livermore
Scene: Davide Livermore
Costumi: Gianluca Falaschi
Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore: Marco Angius
Luci: Nicolas Bovey
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.