Passione Kagel
A Firenze una serata dedicata al compositore argentino
Recensione
classica
In tutto il mondo l’estro di Mauricio Kagel continua a sollecitare gli esecutori della musica contemporanea. A Firenze, qualche anno fa, il compositore argentino era stato ospite di Nuovi Eventi Musicali e poi, dopo la morte, oggetto di una serata monografica a Fabbrica Europa. Grazie alle cure del fisarmonicista-performer Francesco Gesualdi, convinto apostolo di Kagel, il “teatro e musica” del compositore argentino è approdato stavolta al piccolo Teatro Everest alle porte di Firenze per una produzione del Rowsensemble e della compagnia teatrale Murmuris, con la regia di Laura Croce, all’insegna del corto circuito kageliano fra ironia e ludicità e emozioni più complesse (magari accostando Kagel, come si è fatto in questo caso, ad una rivisitazione di Dondolo di Samuel Beckett, interpretata con intensità da Luisa Bosi). Così, in questo spettacolo, pagine misteriosamente emozionanti come Aus Zungen Stimmen (1972) per quintetto di fisarmoniche, in prima esecuzione italiana, e come Quasi niente (2007) per bocche chiuse, quelle dei giovani di Teatro a Manovella, facevano da contraltare al celebre e fortunato Tango Alemán (1977-1978) per voce, violino, fisarmonica e pianoforte, in cui l’ironia di Kagel si esercita sul pathos del tango e delle pastosità vocali alla Carlos Gardel, emblema dell’Argentina che Kagel lasciò alla fine degli anni Cinquanta, e a Pas de Cinq, “passeggiata scenica per cinque attori” (1965) giocata sull’amplificazione rumoristica dei passi e delle traiettorie degli esecutori sulla piattaforma lignea posta in platea. Fra gli esecutori, oltre a Gesualdi e ai suoi allievi, Maurizio Leoni, voce e presenza davvero convincenti e divertenti in Tango Alemán, Duccio Ceccanti, violino, Matteo Fossi, pianoforte. Molto successo.
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