Rossini era consapevole del valore della musica del suo Aureliano in Palmira, tant’è che, nonostante il fiasco della prima scaligera nel 1813, riutilizzò almeno tre significativi passi di questo dramma serio nel successivo e ben più fortunato Barbiere di Siviglia: la sinfonia, la serenata di Lindoro (in originale per coro) e la cavatina di Rosina. Fa una strana impressione ascoltare le note di quella sinfonia e pensare che di lì sta per scatenarsi un dramma storico, ennesimo esempio del dilemma amore-onore. Infatti, nonostante le intenzioni del direttore Giacomo Sagripanti, l’orchestra ha subito cambiato il passo della musica, pensando più al Barbiere che alla vicenda storica del libretto di Romani o soprattutto alla problematica e irrisolta lettura del regista, il trentunenne americano Timothy Nelson. Questi, invitando a riflettere sulle conseguenze collettive dell’egoismo di singoli uomini o donne di potere (la regina Palmira accetta la sottomissione a Roma per salvare la vita del suo amante Arsace), ha trasformato gli arabi in moderne vittime dell’imperialismo americano (con un velato riferimento alle divise di Guantanamo) e i romani in guardie dell’esercito scozzese, con un Aureliano in kilt nel primo atto, in giacca e pantalone grigio lucido nel secondo. Il tutto era iscritto nelle belle scene di rovine di Tiziano Santi.
Il pubblico di Martina ha aspettato pazientemente (tre ore) prima di salutare in trionfo il ritorno del falsettista Franco Fagioli, un anno dopo il successo haendeliano che gli è valso l’Abbiati. Molto applaudita anche il soprano Maria Aleida (Zenobia), che ha recuperato appieno la forma vocale nel secondo atto. Martina si conferma presidio per la sperimentazione, il che in questo momento costituisce da solo un importante traguardo.
Interpreti: Bogdan Mihai (Aureliano), Franco Fagioli (Arsace), Maria Aleida (Zenobia), Asude Karayavuz (Publia), Mert Sungu (Oraspe), Masashi Mori (Licinio), Luca Tittoto (Gras Sacredote)
Regia: Timothy Nelson
Scene: Tiziano Santi
Costumi: Michelle Cantwell
Coreografo: Nikos Lagousakos
Orchestra: Internazionale d'Italia
Direttore: Giacomo Sagripanti
Coro: Slovacco di Bratislava
Maestro Coro: Pavol Prochàzka
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