Tannhäuser fra acqua e fuoco
Al via la nuova stagione bolognese, con uno spettacolo musicalmente solido
Recensione
classica
Ancora orfano di sovrintendente, si apre eccezionalmente senza sfarzo di addobbi all'interno e senza contestazioni sociali all'esterno la stagione del Teatro Comunale di Bologna, per la prima volta allineata all'anno solare. Si comincia con l'Inno Nazionale, non per la presenza di autorità (manca pure il Sindaco da mesi), ma in onore dell'art. 9 della Costituzione. Dopo 40 anni di assenza, torna "Tannhäuser" in quella che un tempo fu la città wagneriana per eccellenza in Italia, con un allestimento d'importazione. A un'opera ricca di non facili simbolismi, il regista Guy Montavon sovrappone i suoi: lo spettacolo è visivamente suggestivo (eccettuati i costumi, davvero bruttini), ma non tutto si coglie con chiarezza (il Venusberg immerso negli abissi, la Wartburg sostituita dalla Biblioteca di Anna Amalia in Weimar distrutta dal fuoco, le cui ultime fiamme vengono soffocate da un pompiere in divisa). Più classica l'esecuzione musicale (versione di Dresda), guidata da Stefan Anton Reck con leggerezza, senza eccessi di magniloquenza, neppure nell'Ouverture. Ian Storey, Tristano di riferimento, eccelle nei momenti più sofferti, ma fatica là dove l'acceso melodizzare del giovane Wagner pretende una voce squillante e svettante (vedi le appassionate strofe intonate a Venere). Martin Gantner è baritono chiarissimo, più chiaro di Storey, e onora magnificamente col soprano Miranda Keys le aree belcantistiche della partitura, mentre Patrizia Orciani è Venere tanto impetuosa quanto deficitaria nell'intonazione. Ben convincente Enzo Capuano come Langravio, imbarazzante il Walther di Gabriele Mangione nel suo unico assolo. Ottima prova di coro e orchestra. Successo convinto al termine dell'opera, con qualche dissenso per gli artefici dello spettacolo visivo.
Note: Allestimento Theater Erfurt. Versione di Dresda.
Interpreti: Ian Storey (Tannhäuser), Martin Gantner (Wolfram), Enzo Capuano (Hermann), Gabriele Mangione (Walther), Valdis Jansons (Biterolf), Armaz Darashvili (Heinrich), Christian Faravelli (Reinmar), Miranda Keys (Elisabeth), Patrizia Orciani (Venus), Guanqun Yu (Pastore)
Regia: Guy Montavon
Scene: Edoardo Sanchi
Costumi: Amélie Hass
Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Direttore: Stefan Anton Reck
Coro: Coro del Teatro Comunale di Bologna
Maestro Coro: Lorenzo Fratini
Luci: Guy Montavon
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