Troppo Musorgskij
Debutta al Metropolitan la nuova produzione del "Boris Godunov"
Recensione
classica
Per quanto di altissimo livello, il nuovo "Boris Godunov" del Met si trova a fare i conti con un momento critico per il teatro d'opera e il suo pubblico. Quattro ore e mezza per un'esecuzione che aggiungeva alla partitura rivista dall'autore nel 1872 due scene della versione abortita nel 1869. Il tempo della performance è trascorso lento a causa di un allestimento sontuoso ma apparentemente privo di un genio teatrale che sapesse sopperire alle debolezze del lavoro originale di Musorgskij. Come noto, l'opera fu consegnata alla fama internazionale grazie alla revisione fatta da Rimskij-Korsakov il quale risistemò l'impianto drammatico e l'orchestrazione tanto da farne un titolo di punta del repertorio. Diagjlev portò in questa forma l'opera a Parigi nel 1908 e nel 1913 anche al Metropolitan, per la direzione di Arturo Toscanini. Senza Rimskij-Korsakov, il titolo non avrebbe superato le soglie dell'Ottocento, ma passione filologica e rivalutazione delle asprezze musorgskiane in chiave moderna dettarono giustamente un ritorno alla versione originale a partire dagli anni Settanta.
L'opera vista l'altra sera era stata affidata dal Met a Peter Stein per sostituire una produzione in repertorio del 1974. Il regista si è tuttavia ritirato per polemiche sul suo visto pochi mesi fa, lasciando a Stephen Wandsworth, docente dello Young Artist Program interno al teatro e autore di due recenti produzioni di successo, il compito arduo di portare in scena un allestimento già interamente costruito. Il gigantesco palcoscenico del Met si è trasformato in un contenitore con scene a pannelli senza fascino, dove l'orchestrazione scarna di Musorgskij, pur delibata nella direzione dettagliata di Gergiev, perdeva mordente e dove le presenze corali venivano curiosamente relegate a ridosso del proscenio.
Interpreti: Marina: Ekaterina Semenchuk Dimitri: Aleksandrs Antonenko Shuisky: Oleg Balashov Rangoni: Evgeny Nikitin Boris Godunov: René Pape Pimen: Mikhail Petrenko Varlaam: Vladimir Ognovenko
Scene: Ferdinand Wögerbauer
Costumi: Moidele Bickel
Coreografo: Apostolia Tsolaki
Direttore: Valery Gergiev
Luci: Duane Schuler
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